PRATAIOLO
. Nome volgare di alcune specie del genere Psalliota (E. M. Fries, 1821), funghi Basidiomiceti della famiglia Agaricacee. Il vero prataiolo è la Psalliota campestris Fr. o Pratella campestris Gill. (fr. champignon de couche), specie gregaria che cresce in estate e in autunno nei campi, prati, giardini, margini dei boschi, ecc.; è biancastro con cappello carnoso, prima subgloboso, poi convesso, di 6-15 cm. diametro, coi margini sottili, lacerofrangiati; le lamelle sono crasse, assottigliate alle due estremità, libere dal piede, prima carnee poi rosso-brune, infine porporine scure.
Il piede è pieno, sodo, con anello membranoso. La carne è bianca ma, dopo il taglio, assume una sfumatura vinosa; ha odore e sapore grato e penetrante; è ottimo a mangiare. È l'unica specie di fungo che venga estesamente coltivata con opportune norme in locali adatti sotterranei: specie in Francia e anche qua e là in Italia.
Il prataiolo maggiore è la Psalliota arvensis Fr. o Pratella arvensis Gill.; cresce gregario, in estate e in autunno nei pascoli e nelle radure dei boschi; è bianco, col cappello conico campanulato a margini squamosi fioccosi, talora con chiazzature citrine nella faccia superiore; le lamelle sono bianche, poi rosso-pallide, quindi nere. Lo stipite, biancastro, giovane è sodo e pieno, poi diviene cavo; è munito di un anello grande persistente che sembra doppio. La polpa è bianca, con chiazze citrine, prima soda poi tenera con odor di farina fresca e grato sapore. È edule e assai pregiato.
Questi due funghi a prima vista potrebbero essere confusi con la mortifera Amanita verna, che però è ben distinta per il ricettacolo bianco candido, le lamelle bianche e il piede fornito d'anello e di volva.
V. funghi, tav. a colori.