pratica spaziale
pràtica spaziale locuz. sost. f. – Insieme delle modalità con le quali individui o gruppi si relazionano e interagiscono quotidianamente con i luoghi che frequentano. Le relazioni stabilite, intese come comportamenti ed esperienze, dipendono dagli attori stessi e dalle loro motivazioni (spostarsi, passeggiare, visitare, lavorare, socializzare, ecc.) così come dagli spazi e dalle loro caratteristiche (centro storico, centri commerciali periferici, spazi montani o balneari, aperti o chiusi, ecc.). La natura delle p. s. varia secondo due principali dimensioni: la prima è relativa al singolo individuo, ai cambiamenti delle sue attività in un medesimo territorio seguendo il ciclo della vita (infanzia, adolescenza, età lavorativa e vecchiaia) e il ritmo quotidiano, settimanale e stagionale; la seconda è invece legata agli spazi e alle loro peculiarità intrinseche connesse alla geografia fisica (la morfologia urbana e le p. s. che da essa sono influenzate, sono necessariamente diverse a Honolulu nell’arcipelago hawaiano, a La Paz sull’altopiano andino a 3640 m s.l.m, a Milano nella pianura padana, o a Dubai circondata dal deserto) oppure legata alle caratteristiche specificatamente attribuite agli spazi dalla società (funzioni religiose o sacre, ludiche, abitative, culturali, produttive, sportive, ecc.) Lo studio delle p. s. è interessante per individuare le categorie di riferimento e le categorie di appartenenza di tutti gli attori sociali e di conseguenza per conoscere la scala di valutazione sociospaziale in essere in quel determinato contesto, ovvero per identificare, a seconda delle tipologie di attori (adolescenti o anziani, precari o liberi professionisti, autoctoni o immigrati, uomini o donne, portatori d’handicap, ecc.) i luoghi più frequentati, i preferiti, quelli marginalizzati, quelli dimenticati. In questo senso, le p. s. costituiscono un prezioso strumento per analizzare l’organizzazione socioculturale e societale di un particolare territorio a una determinata epoca.