PRATINA (Πρατίνας)
Tragico greco del sec. V a. C., nato a Fliunte. Sappiamo che prima del 484, forse nella 70ª olimpiade (499-96), guadagnò un primo premio nell'agone drammatico ateniese. È soprattutto noto come il creatore artistico del dramma satiresco; ma dei numerosi drammi e tragedie che gli antichi gli ascrivevano, sono giunti a noi solo pochi frammenti, e due titoli: quello della tragedia καρυάτιδης ἤ Δύσμαιναι, e quello del dramma satiresco Παλαισταί.
Il frammento più interessante che ci resta di lui è un iporchema, in cui un coro di satiri irrompe sulle scene e aggredisce un coro auletico, contrapponendosi a esso quale unico degno maestro di danza e canto dionisiaco; è un pezzo notevole non solo per estrema vivacità drammatica, per la lingua e i metri, ma anche perché è l'unico documento della fase più antica del dramma satiresco, e ci illumina la posizione tecnica di P. avverso all'uso della musica auletica nel dramma, e prediligente quella citarodica. Curioso anche l'uso dei due cori contrapposti. Nell'insieme questo dramma satiresco arcaico fa presentire la commedia e lo sviluppo autonomo del ditirambo. L'opera di P., ben nota a Euripide, sembra essere caduta in oblio già nel sec. IV. I suoi frammenti sono raccolti in A. Nauck, Tragicorum graecorum fragmenta, 2ª ed., Lipsia 1889, 726, e in E. Diehl, Anthol. lyr. graeca, II, 124 segg.
Bibl.: J. Becker, De Pratina, diss., Münster 1912; W. Schmid, Gech. d. griech. Literatur, I, ii, Monaco 1934, pp. 178-181.