PRAXIAS (Πραχσίας)
2°. - Scultore greco, domiciliato a Melite (Atene), noto per aver partecipato negli ultimi anni del V sec. a. C. alla lavorazione del fregio dell'Eretteo. Dall'iscrizione dei conti dell'Eretteo si apprende infatti che P. ricevette il compenso di 120 dracme per aver eseguito un cavallo e la figura maschile che lo accompagnava (Overbeck 860 = Loewy, L. I. B., 526). Il nome P. è stato anche integrato in altre linee della stessa iscrizione. Un'identificazione con l'omonimo artista, figlio di Lysimachos, attivo una generazione dopo, non è possibile.
Bibl.: H. Brunn, Gesch. Griech. Künstler, Stoccarda 1889, I, p. 248; I. G.2, I, 374; G. Ph. Stevens e altri, The Erechteum, Cambridge (Mass.) 1927, p. 386; Thieme-Becker, XXVI, 1933, p. 354; Ch. Picard, Manuel d'arch. grecque, Parigi 1939, II, pp. 527; 759; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XXII, 1954, c. 1748, s. v.; J. Marcadé, Rec. Sign. Sculpteurs grecs, II, Parigi 1957, p. 109.