PRAXITELES (Πραξιτέλης)
3°. - Scultore greco, attivo nella prima metà del III sec. a. C. poiché da un passo di Diogene Laerzio (v, 2, 14 e 52) sappiamo che Teofrasto, morto nel 287, aveva ordinato a P. una statua (εἰκών) di Nicomaco, figlio di Aristotele.
A lui il Sieveking, il Buschor e lo Studniczka hanno voluto attribuire la base e il gruppo di Mantinea (Paus., viii, 9, 1); il Vollgraff il gruppo di Megara (Paus., I, 44, 2). Teocrito (Idyll., v, 104 ss.) parla di un cratere di P. ἀγαλματοποιός diverso dal più antico ἀνδριαντοποιός e lo scoliaste aggiunge che P. è del tempo di re Demetrio, ma la notizia è incerta. Incerto il riferimento della firma su base di marmo nero della statua bronzea di Charidemos, figlio di Antiphanes a Delfi.
Bibl.: J. Overbeck, Schriftquellen, n. 2073; W. Vollgraff, in Bull. Corr. Hell., XXXII, 1908, pp. 236 ss. e 247; G. Rodenwaldt, in Röm. Mitt., XXXIV, 1919, p. 69, nota I; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XXII, 1954, c. 1808, s. v., n. 6.