precursori sismici
Insieme di tutte le variazioni e anomalie riscontrate nelle proprietà fisico-meccaniche delle rocce, che rappresenta una misura del livello di probabilità del verificarsi di un terremoto in un determinato intervallo di tempo. I precursori sismici cosiddetti sperimentali sono: (a) le variazioni della velocità delle onde sismiche; (b) la variazione del volume delle rocce in corrispondenza della zona focale del terremoto; (c) le variazioni di resistività elettrica; (d) le variazioni del livello, temperatura, torbidità dell’acqua all’interno di pozzi sufficientemente profondi; (e) le variazione del contenuto del gas radon all’interno di questi pozzi; (f) la variazione del campo geomagnetico. Da un punto di vista metodologico oltre ai metodi di previsione sperimentali si ricordano anche quelli statistici. Valutare statisticamente l’attendibilità di una previsione è un’operazione molto importante, poiché comporta l’eventuale scelta di dichiarare un allarme sismico, ossia un’opzione economicamente molto onerosa. Dal punto di vista della capacità predittiva, test condotti a partire dagli anni Novanta del XX sec. hanno confermato l’efficacia, con una significatività statistica dei risultati superiore al 95%, in particolare di due algoritmi di previsione sismica, denominati CN e M8. Tali algoritmi si basano sull’analisi statistica della dinamica sismica di una data area attraverso l’esame di tratti caratteristici, che sono individuabili nel relativo flusso sismico mediante l’elaborazione di funzioni empiriche che ne descrivono l’andamento nel tempo. Questo approccio è coerente con la teoria dei sistemi dinamici non lineari, in base alla quale sono attese, in prossimità di una singolarità (punto critico o catastrofe), variazioni rilevabili in parametri osservabili. Gli algoritmi CN e M8, che si avvalgono in modo sostanziale dei dati registrati nei cataloghi sismici, consentono di filtrare variazioni della sismicità interpretabili come fenomeni precursori di un terremoto con magnitudo superiore a un valore di soglia e, in ultima analisi, permettono di determinare un intervallo di tempo (TIP, Time of increased probability) in cui la probabilità di accadimento di un forte terremoto risulta elevata in modo anomalo. (*)