preda
Esclusivo della Commedia, ricorre per lo più in rima.
Nel senso di " bottino ", a indicare, cioè, cosa acquistata con la forza, detto del carro simboleggiante la Chiesa, che divenne mostro e poscia preda quando fu rapito dal gigante (Pg XXXIII 39; v. anche XXXII 157 ss.). Come bottino di caccia, in If XXXI 118 recasti già mille leon per preda (cfr. Phars. IV 601-602 " latuisse [Antaeum] sub alta / rupe ferunt, epulas raptos habuisse leones "). Anche in contesto figurato, nell'imprecazione contro l'antica lupa simboleggiante l'avarizia: Pg XX 11 Maladetta sie tu... / che più che tutte l'altre bestie hai preda, che rendi schiavi gli uomini più che ogni altro vizio.
In If XII 38 la gran preda indica " le grandi anime del Limbo " (Lombardi), che Cristo redentore levò a Dite, quando scese nell'Inferno.
Il termine si registra ancora in Pg V 129, nelle parole di Bonconte: il fiume voltòmmi per le ripe e per lo fondo, / poi di sua preda mi coperse e cinse: " sassi, rena o ghiaia, che scorrendo per la terra et inondando quella, come i soldati la preda, se ne portan con loro i fiumi " (Daniello).