PREDESTINAZIANI
. Prospero d'Aquitania nella sua Cronaca, Gennadio di Marsiglia nel De haeresibus e Arnobio il giovane (v.) nel Predestinatus parlano di questi eretici delle Gallie. Una questione si svolse specialmente nel sec. XVII durante le controversie gianseniste sull'eresia del prete Lucido, il quale, condannato nel sinodo di Arles (4/3) per opera specialmente di Fausto vescovo di Riez, si ritrattò. Alcuni supposero che gli errori di Lucido fossero una montatura di Fausto, ma gli ultimi studî sui testi mostrano che la vertenza non ebbe molta importanza nel grande dibattito sulle questioni della grazia che fra i secoli V-VI si svolsero animatamente nel II concilio di Orange.
Altra fase della controversia pelagiana si ebbe a proposito degli errori del monaco Gotescalco (v.), che trovò in Incmaro di Reims (v.) un fermo oppositore. La vita agitata di questo monaco e le sue affermazioni sulla predestinazione assoluta agitarono la Gallia nel sec. IX. Rabano Mauro nel concilio di Magonza (848) fece condannare Gotescalco e la sentenza fu confermata da Incmaro l'anno seguente nel sinodo di Quierzy. La lotta si protrasse fino al concilio di Tuzey presso Toul (860).
Bibl.: J. Turmel, La controverse prédestinatienne au IXe siècle, in Revue d'histoire et de littérature religieuses, 1905, pp. 47-69; Dictionn. de théol. cath., alla voce Lucidus, IX, i, Parigi 1926, coll. 1020-24. V. anche gotescalco; incmaro di reims.