predicato vago
Un predicato si dice vago se la sua estensione non ha confini ben definiti. Già i Greci hanno mostrato effetti paradossali causati dall’inserimento di predicati vaghi in schemi di inferenza logica (paradossi del mucchio (sorites) o del calvo (phalakros). Nel linguaggio ordinario − poiché quasi tutte le parole sono ben lontane dall’essere definite in modo netto come, per es., numero primo in aritmetica − si può dire che ogni predicato è vago, nel senso della definizione data: possiamo, infatti, trovare sempre individui per i quali non si può stabilire se esso vale o non vale. Questa situazione si presenta anche nelle teorie scientifiche in modo più evidente in settori di tipo applicativo. Gli insiemi fuzzy, sono stati proposti da Lotli A. Zadeh come uno strumento da usare in settori della conoscenza nella quale i predicati vaghi non sono eliminabili se non al prezzo di una semplicazione troppo drastica dei problemi studiati. Jean van Heijenoort ha efficacemente sintetizzato alcuni problemi centrali del rapporto tra logica e vaghezza. Tra le soluzioni proposte ai paradossi citati prima ricordiamo quelle che si fondano sulla logica a più valori. Alla domanda se la teoria degli insiemi fuzzy sia la risposta definitiva al problema della formalizzazione della vaghezza si deve dare una risposta negativa in quanto molte sfumature proprie dei predicati vaghi come sono venuti arricchendosi nell’evoluzione del linguaggio naturale, non sembrano essere pienamente carpite da un linguaggio che rimane sempre puramente estensionale e non riesce a cogliere le sfumature che sembrano essere fruttuosamente presenti nei predicati vaghi e che rappresentano proprio uno dei punti di forza della flessibilità del linguaggio ordinario. Alcuni aspetti innovativi possono essere opportunamente formalizzati nel contesto della teoria alternativa degli insiemi e molti altri aspetti possono trarre utilità da considerazioni e analisi di tipo costruttivo.
→ Fuzzy