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predicato

Dizionario di filosofia (2009)
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predicato


Dal lat. tardo praedicatum, trad. del gr. κατηγορούμενον «detto, asserito». Ciò che si predica, cioè si afferma o si nega intorno a un soggetto. Aristotele, analizzando nelle sue opere logiche la forma più elementare dell’espressione linguistica, con la quale si enuncia un qualsiasi stato di fatto, una qualsiasi nozione o opinione o verità, ne identifica due elementi: ciò che si enuncia, e ciò in rapporto a cui lo si enuncia. Egli chiama questo ultimo ὑποκείμενον, subiectum «soggetto» (in quanto termine «sottoposto» all’attività enunciatrice che lo investe), e l’altro κατηγορούμενον, praedicatum «predicato» (o anche κατηγόρημα «predicazione, categorema»), cioè prodotto dell’attività del κατηγορεῖν «enunciare, asserire». Soggetto e p. vengono quindi a essere quei due ‘termini’ della proposizione, che già Platone aveva chiamato «nome» (ὄνομα) e «verbo» (ῥῆμα), comprendendo in quest’ultimo tanto quello che poi fu più propriamente detto p. verbale, quanto quello che invece fu detto p. nominale, costituito dalla «copula» e dal «predicato» in senso stretto.

Logica matematica

Si intende generalmente per p. un’espressione linguistica designante una proprietà (extralinguistica) di oggetti o individui (per es., «bianco», «grande», ecc.) e che, applicata a un termine singolare, forma un enunciato che attribuisce la proprietà designata dal p. all’oggetto denotato dal termine (per es., «la Terra è grande»). Secondo Russell (Principia mathematica, 1910-12), che elaborava nozioni introdotte da Frege, un p. corrisponde a una funzione proposizionale monadica, ossia alla funzione a un solo argomento designata dallo schema d’enunciato (o enunciato aperto) ottenuto sostituendo il termine singolare con una variabile individuale in un enunciato predicativo (per es., «x è grande», o, in simboli, Gx). Tale funzione (che equivale a una proprietà o a una classe) è soddisfatta da oggetti del dominio della variabile indipendente e i suoi valori possono essere proposizioni o valori di verità (Vero o Falso). A differenza della logica tradizionale di origine aristotelica, la logica contemporanea consente di formulare non soltanto enunciati della forma soggetto-p., ma anche enunciati che esprimono relazioni tra due o più individui (per es., «a è più grande di b», «e si trova fra c e d»), da cui si ricavano funzioni proposizionali diadiche o n-adiche. A questo potenziamento dell’analisi della struttura logica degli enunciati rispetto alla logica aristotelica, basata sulla metafisica dell’inerenza, e perciò limitata agli enunciati consistenti nell’attribuzione di una proprietà espressa da un p. a un soggetto, miravano fra l’altro le teorie di Frege e di Russell allorché unificavano proprietà e relazioni nella nozione di funzione a n argomenti (con n = 1 nel caso di proprietà), soddisfatta da n-uple di individui. Sulla base della formale equiparazione di proprietà e relazioni, che si distinguono soltanto per il fatto che queste ultime valgono non per individui ma per coppie, triple o n-uple ordinate di individui, un p. viene comunque più correntemente definito come un simbolo per una proprietà (e si dice p. monadico o a un posto), per es., «essere bianco», o per una relazione binaria, ternaria, n-aria (e si dice p. diadico, triadico, n-adico, o a due, tre, n posti), per es., «... più grande di ...», «... essere fra ... e ...». Gli elementi costitutivi degli enunciati che sono oggetto di studio nel linguaggio formale detto predicativo si distinguono pertanto in p. e designatori per individui, detti termini (gli uni e gli altri distinti in costanti e variabili). Nel simbolismo della logica matematica si usano le lettere minuscole per i termini e quelle maiuscole per i p., aggiungendo talvolta un esponente che indica il numero di individui a cui il p. si applica (per es., il simbolo P2 indica un p. diadico). Si conviene anche di scrivere il segno predicativo seguito dai termini per individui (per es., P2ab).

Vedi anche
soggetto Argomento, tema oppure la persona o la cosa che viene presa in considerazione per determinati motivi. filosofia Come termine filosofico, soggetto ha assunto un significato che per certi aspetti è esattamente antitetico a quello che esso aveva in origine. Il latino subiectum, che traduce il greco ὑποκείμενον, ... proposizione In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa che contiene l’enunciato. filosofia 1. proposizione ed enunciato Nella logica e nella filosofia del linguaggio contemporanee si distingue proposizione da enunciato, intendendo con quest’ultimo termine un’unità sintattica composta ... modalità modalità matematica Nella logica, ciascuno dei modi con cui può configurarsi il nesso fra soggetto e predicato. ● Nella sillogistica aristotelica, i giudizi erano distinti a seconda che il nesso che univa il soggetto al predicato non fosse più la semplice asserzione di uno stato di fatto (S è P), ... Gottlob Frege Frege ‹fréeġë›, Gottlob. - Filosofo e matematico tedesco (Wismar 1848 - Bad Kleinen, Meclemburgo, 1925); insegnò lungamente a Jena; erano gli anni in cui scienziati illustri come K. Weierstrass, J. W. R. Dedekind, G. Cantor davano grande impulso alle ricerche sui fondamenti della matematica. I lavori ...
Altri risultati per predicato
  • predicato
    Enciclopedia della Matematica (2013)
    predicato in logica, espressione di una proprietà o di una relazione relativa a una o più costanti o variabili che ne costituiscono gli argomenti. I predicati traducono in espressioni simboliche alcune affermazioni del linguaggio naturale. Per esempio, indicando con il simbolo P(x, y) (si legge «P di ...
  • predicato
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    predicato [Der. del lat. praedicatum, part. pass. neutro sostantivato di praedicare "rendere noto"] [ALG] [FAF] (a) Ciò che si afferma o si nega intorno a un soggetto; (b) nella logica matematica, attributo di uno o più soggetti, come, per es., "allineati" nella proposizione "i punti A, B e C sono allineati". ...
  • PREDICATO
    Enciclopedia Italiana (1935)
    Goffredo COPPOLA Guido CALOGERO Giacomo DEVOTO . Col latino praedicatum Boezio tradusse il termine logico di καρτηγούμενον o di κατηγόρημα, messo in uso da Aristotele. Questo significava letteralmente "ciò che viene asserito, enunciato", ed era definito appunto come "ciò che si afferma nei riguardi ...
Vocabolario
predicato
predicato s. m. [dal lat. praedicatum, part. pass. neutro sostantivato di praedicare (v. predicare), che come termine della logica e della grammatica traduce, nel lat. tardo e mediev., il gr. κατηγορούμενον «detto, asserito»]. – 1. Ciò...
predicativo
predicativo agg. [dal lat. tardo praedicativus]. – 1. Del predicato, che concerne il predicato. In grammatica, verbo p., che costituisce da solo (a differenza del verbo copulativo) il predicato (verbale); complemento p., aggettivo o sostantivo...
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