predigitale
(pre-digitale, pre digitale), agg. Che precede l’affermarsi dell’informatica, la rappresentazione digitale.
• Ci sarà poi certamente il taglio di fastidiose ripetizioni, oggi individuabili con un semplice cerca-e-trova sulla tastiera, mentre in tempi pre digitali qualcosa poteva sfuggire all’occhio e all’orecchio dell’autore. (Paolo Di Stefano, (Corriere della sera, 28 agosto 2011, p. 39, Cultura) • Nel ragionamento di [Fabrizio] Tonello non ci sono rimpianti dell’era pre-digitale, anche se certi passaggi del suo libro potrebbero farlo pensare. Il suo lavoro mette piuttosto in evidenza, da diversi punti d’osservazione, il paradosso di una società sommersa da una sovrabbondanza di informazione e di informazioni, da un’infinità di strumenti sempre più sofisticati, che però non comportano un allargamento, un approfondimento e una diffusione della libertà e della conoscenza, ma, per certi versi, addirittura un suo restringimento e impoverimento. (Guido Moltedo, Europa, 22 maggio 2012, p. 8, Cultura) • I populismi (digitali e predigitali) sguazzano nella palude della politica che si destruttura. I populisti hanno buon gioco a coltivare il mito della immediatezza. L’opinione pubblica abbocca, provata com’è da lustri di crisi e disgustata da infiniti frammenti politici dediti solo a interessi particolarissimi. (Luca Diotallevi, Avvenire, 5 maggio 2017, p. 3, Idee).
- Derivato dall’agg. digitale con l’aggiunta del prefisso pre-.
- Già attestato nella Stampa del 27 settembre 1999, p. 21, Spettacoli (Bruno Gambarotta), nella variante grafica pre-digitale.