PREESISTENZA
. Il problema della preesistenza dell'anima, che per un lato appare soltanto parziale rispetto a quello della sua immortalità, serba per altro lato una sua propria fisionomia storica a paragone di quest'ultimo. Parziale è infatti, per es., per Platone, che pur considera l'accertamento della preesistenza dell'anima alla presente vita corporea, raggiunto mercé la scoperta del carattere di reminiscenza proprio di ogni conoscenza ideale, come importante avviamento alla dimostrazione totale dell'immortalità. La quale per lui è infinita durata non solo nella direzione del futuro ma anche nella direzione del passato: e così lo è per la dottrina orficopitagorica della metempsicosi, e in genere per tutte le altre concezioni (tra cui quella buddhistica) asserenti la trasmigrazione delle anime attraverso diverse esistenze. Nella dottrina cristiana invece (che sotto questo aspetto segue una linea evolutiva analoga a quella percorsa dalla maggior parte delle antiche religioni soteriologiche) la teoria della preesistenza, accolta nei primi tempi della Patristica, viene poi decisamente respinta, e l'immortalità dell'anima viene concepita solo come sua infinita postesistenza.