preferenze sociali
Comportamenti e intenzioni degli agenti economici manifestati nell’interazione con altre persone a livello sociale. L’ipotesi che gli agenti siano interessati solo al proprio tornaconto personale, alla base della teoria tradizionale degli incentivi, viene violata da evidenza empirica sperimentale e da studi condotti sul campo con diverse modalità. Gli individui dimostrano, infatti, di rispondere a norme sociali, di essere interessati a quanto accade agli altri (oltre che a sé stessi), di essere disposti a sacrificare risorse per punire comportamenti ritenuti scorretti, di avere p. s. per i processi attraverso cui si giunge a un certo risultato collettivo (e non solo per il risultato in sé). L’interesse per gli altri individui e per obiettivi di natura sociale sono riscontrati in differenti contesti: donazioni del sangue, donazioni caritatevoli anonime, raccolta differenziata dei rifiuti, acquisti in mercati etici ed ecosostenibili, campagne di boicottaggio, volontariato, partecipazione ai costi di beni pubblici. Tali comportamenti sono rilevati anche in situazioni in cui la generosità, l’altruismo, la reciprocità o le azioni punitive implicano un costo immediato per l’individuo e nessuna aspettativa di ricompensa o utile successivo. Alla base dei comportamenti non esclusivamente autointeressati sembra però esserci qualcosa di più della semplice generosità. L’individuo dimostra di avere una diversa predisposizione verso gli altri, a seconda del grado di prossimità e del comportamento che gli altri hanno assunto nei suoi confronti o verso terzi o delle intenzioni che motivano le loro azioni.
Esperimenti condotti in laboratorio offrono utili spunti. Un primo esempio è dato dal gioco dell’ultimatum. Vi sono due giocatori che non si conoscono se non per le scelte fatte nel gioco. Il giocatore 1 riceve un ammontare di denaro che deve dividere con il giocatore 2. Se questi accetta la proposta di spartizione del giocatore 1, il denaro viene diviso; se invece il giocatore 2 rifiuta, nessuno dei due giocatori ottiene alcunché. Il gioco dura un solo periodo. Risultati ottenuti in molti Paesi dimostrano che, nella maggioranza dei casi, il giocatore 2 rifiuta, contro il proprio interesse, frazioni di ricchezza troppo piccole e il giocatore 1, prevedendolo, offre quantità di denaro non esigue. Il rifiuto da parte del giocatore 2 dell’offerta del giocatore 1 non può che essere interpretato come un desiderio di punire, a proprie spese, l’altro giocatore per avere proposto una divisione della richezza che egli ritiene non equa. ● Un secondo esempio è rappresentato dal gioco della fiducia. Il giocatore 1 riceve un ammontare di denaro di cui può trattenere una parte e investire il resto. Il giocatore 2 riceve l’ammontare di ricchezza prodotto (con certezza) dall’investimento, ne trattiene una parte e restituisce il rimanente al giocatore 1. Anche in questo caso i due individui non si conoscono e il gioco dura un solo periodo. I risultati ottenuti dimostrano che il giocatore 1 tende a investire una parte considerevole delle sue risorse iniziali, e il giocatore 2 ricambia la fiducia, restituendo una quantità di denaro tanto maggiore quanto più grande è l’investimento fatto dall’altro. Questi esempi indicano che gli individui non massimizzano necessariamente la propria utilità attesa oppure che la funzione di utilità che essi massimizzano include altri argomenti oltre al benessere individuale. Le persone, inoltre, tendono ad avere comportamenti eterogenei (che vanno dall’egoismo puro all’altruismo, alla forte reciprocità). L’economia comportamentale (➔) suggerisce alcune soluzioni per includere nei modelli di scelta le violazioni delle ipotesi standard sull’homo oeconomicus.