pregno
L'aggettivo compare sempre in rima, a eccezione di un caso. Riferito a donna vale " gravida ": Pd XIII 84 Così fu fatta già la terra degna / di tutta l'animal perfezïone; / così fu fatta la Vergine pregna.
Frequenti gli usi estensivi e figurati: è detto dell'aria gravida di pioggia o di vapori (Pg V 118 'l pregno aere in acqua si converse, e Pd X 68); e dell'Appennino " impregnato ", ricco di acque (Pg XIV 31); ma già presso gli antichi commentatori si profila accanto a questo valore il senso di " alto ", con riferimento all'orografia dell'Appennino (cfr. " tumorosus vel altus ", Benvenuto; " sì alto e grosso, o vero fecundo e abbondevile ", Buti); significato accettato anche dal Vandelli che chiosa " panciuto, quindi alto ", e fa risalire al verbo intumescere usato da Lucano (Phars. II 397-398 " nullo... a vertice tellus / altius intumuit ") l'aggettivo dantesco.
Ancora con valore traslato nel senso di " pieno ": in Pg XXII 76 Già era 'l mondo tutto quanto pregno / de la vera credenza, del cristianesimo, e in Pd XXII 112, detto della costellazione dei Gemelli, lume pregno di gran virtù. Con connotazione intellettuale in Pg XVIII 42 Le tue parole e 'l mio seguace ingegno / ... m'hanno amor discoverto, / ma ciò m'ha fatto di dubbiar più pregno.