premere
Come transitivo, nel significato di " spingere ", è detto del torrente ch'alta vene preme (Pd XII 99), " fiume... che vena d'acqua, che vegna d'alto, spinga " (Buti). In senso più pregnante, con più forte risalto all'idea di " esercitare una pressione " su qualche cosa, p. è usato a proposito del bulicame, il sangue bollente, che come da una parte sempre si scema, così voglio che tu credi / che da quest'altra a più a più giù prema / lo fondo suo (If XII 130), lo " spinga " facendolo abbassare (il verbo acquista qui un valore quasi causativo).
Il Tommaseo richiama il virgiliano " per ora novem [il Timavo] vasto cum murmure montis / it mare proruptum et pelago premit arva sonanti " (Aen. I 245-246); e cfr. anche Georg. I 240-241 " mundus, ut ad Scythiam Riphaeasque arduus arces / consurgit, premitur Libyae devexus in Austros ". Con valore analogo in un altro passo, con l'oggetto sottinteso: le ombre degl'invidiosi per l'orribile costura / premevan sì [" spingevano le lagrime con tale sforzo ", Scartazzini-Vandelli; Casini-Barbi], che bagnavan le gote (Pg XIII 84); il Chimenz intende " spremevano lagrime ". Ma si può ipotizzare anche un costrutto assoluto: " facevano tanta forza, che le lagrime... ‛ gocciavano ' a bagnare le gote " (Torraca; analogamente il Mattalia). Comunque, queste interpretazioni sono preferibili a quella del Cesari (" le lagrime... pontavano contro la cucitura, per la quale cacciate... scoppiavano giù per le guance "), in quanto soggetto del verbo è ombre.
Con costrutto sicuramente assoluto, nel senso di " accalcarsi ", in Pg V 43 Questa gente che preme a noi è molta, " idest, cum pressura venit... avida videndi et audiendi te " (Benvenuto). " Questo ‛ preme ' è fratello... del ‛ premere ' che D. dirà testé di persone a cui un fil di ferro cuciva le palpebre; ed è ‛ far pressa ', ‛ stringersi ', ‛ pontare ' " (Cesari). Cfr. anche Aen. XI 880 " hos inimica super mixto premit agmine turba ".
Nello stesso ambito l'occorrenza di If XXXIII 5, in senso figurato: disperato dolor che 'l cor mi preme, " opprime e tormenta " (Sapegno).
Il verbo significa anche " spremere ", sia nel senso proprio di Pg XXV 48 (con il ‛ si ' passivante: lo perfetto loco onde [il sangue maschile] si preme, " è spremuto " [Scartazzini-Vandelli], e perciò " distilla " [Buti], " discende " [Andreoli]), sia in quello figurato di If XXXII 4 io premerei di mio concetto il suco / più pienamente; fuor di metafora, " esprimerei ".