premificio
s. m. (iron.) Fabbrica di premi.
• Solo l’anno scorso è venuta fuori una dura polemica con la Fiera del Libro. [Giuliano] Soria aveva lasciato cadere una considerazione sulla poca «autorevolezza» della manifestazione, Rolando Picchioni ed Ernesto Ferrero replicarono con battute sferzanti contro il «premificio che non sposta un libro». Poi fu la pace, come d’uso tra professionisti, o almeno l’armistizio. (Mauro Baudino, Stampa, 14 febbraio 2009, p. 18, Cronache Italiane) • E che cosa farà [Caterina Bottari Lattes]? Perché impegna oltre 300 mila euro per un premificio che, a suo dire, non risorgerà più? […] È dunque destinato a morire, a sparire per sempre, il premificio su scala mondiale del Grinzane, un tempo onore e vanto di [Giuliano] Soria e del mondo politico-culturale, non soltanto locale, che, tra ministeri e Regione, lo finanziava generosamente e senza controlli di alcun tipo? (Massimo Novelli, Repubblica, 28 gennaio 2010, p. 45, R2 Cultura) • Uno dei requisiti richiesti dallo statuto del premio è che venga eletta una persona che si sia distinta nel campo dell’arte e della cultura. [Giovanni] Solimine è stato anche presidente del Forum del libro e componente del Consiglio superiore dei beni culturali. Nei suoi ultimi libri, tra cui «L’Italia che legge» e «Senza sapere», ha analizzato lo stato di salute della cultura italiana. Da lui ci si aspetta un impegno che vada oltre il premificio: «Vogliamo valorizzare sempre di più le attività di promozione della lettura, l’energia degli studenti». (Raffaella De Santis, Repubblica, 2 febbraio 2017, p. 32, Cultura).
- Derivato dal s. m. premio con l’aggiunta del suffisso -ificio.
- Già attestato nella Stampa del 24 agosto 1992, p. 13, Società e Cultura (Curzio Maltese).