presente [presente anche al plur., in rima]
L'aggettivo è abbastanza frequente in tutte le opere canoniche, fatta eccezione per le Rime, in cui non appare mai; due occorrenze anche nel Fiore, una nel Detto. Si ha spesso il significato temporale, come " attuale "; soprattutto nel Convivio si giunge al valore puramente indicativo.
Il significato di " attuale " è suggerito da D. stesso, che commenta il v. 6 di Cv II Voi che 'ntendendo (mi tragge ne lo stato ov'io mi trovo) con m'ha tratto ne la presente condizione (VI 5); e anche: Vn XXV 4 anzi lo presente tempo; Cv IV III 6 Federigo di Soave, ultimo imperadore de li Romani - ultimo dico per rispetto al tempo presente; XXIV 16 ne la presente etade; Pd IX 43 la turba presente / che Tagliamento e Adice richiude, " cioè li omini che ora sono nel mondo ne la Marca trivigiana " (Buti), da accostare al mondo presente (" homines praesentialiter viventes in mundo ", Benvenuto) di cui parla Marco Lombardo (Pg XVI 82; la stessa espressione in Cv IV XXII 15; per analogo valore, con una locuzione avverbiale, v. oltre); la vita presente / d'i miseri mortali (Pd XXVIII 1) significa, contestualmente, " la vita terrena ". Cfr. anche Cv III VIII 9; IV XXVII 5 [a] essere prudente... si richiede buona memoria de le vedute cose, buona conoscenza de le presenti e buona provedenza de le future.
Ancora attribuito a ‛ cosa ', in riferimento al passato, p. ricorre in Pg XXXI 34 Le presenti cose / col falso lor piacer volser miei passi, / tosto che 'l vostro viso si nascose: " le cose che avevo dinanzi agli occhi " (Porena), cioè " i beni del mondo... immediatamente accessibili al desiderio dell'uomo; contrapposti al viso di Beatrice, che morendo si nascose alla sua vista " (Sapegno); o, meno persuasivamente, " come si presentavano agli occhi, non indagate nella loro vera natura, oltre la bella e fallace apparenza " (Mattalia). Così anche in Vn XXVII 1 cominciai a pensare... sopra quello che detto avea de la mia donna... e veggendo... che io non avea detto di quello che al presente tempo adoperava in me... In Pd XVII 18, il punto / a cui tutti li tempi son presenti è una bella definizione di Dio, in quanto egli " quae sunt, quae fuerunt, venientque, uno mentis cernit intuitu " (Benvenuto: cfr. Tomm. Sum. theol. II II 172 1c " Praecognoscere... futura... est proprium divini intellectus, cuius aeternitati sunt omnia praesentia "). Per altri esempi dell'uso predicativo, v. oltre.
Una sola volta l'aggettivo indica il tempo di un verbo: ‛ adorna ' è verbo... indicativo del tempo presente in terza persona (Cv IV XXV 11).
In numerosi passi del Convivio, l'aggettivo, qualificando l'opera stessa o alcune sue parti, viene a significare " questo ", " questo di cui sto parlando ": la presente opera, la quale è Convivio nominata (I I 16; così IV 13; e cfr. anche la presente scrittura, II 1); lo testo del presente trattato, che si contrappone al precedente trattato di cui si parla poco prima (IV II 18; analoga contrapposizione in XVIII 1; v. anche III IX 1 e, in integrazione, IV V 10); IV XXIV 18 lo capitolo presente... l'altro capitolo, il seguente; III XII 5 la presente esposizione; e ancora I VI 1, III XV 19 (come IV XIII 16), IV XXIII 16; III XI 2 la presente allegoria, e IV XVI 9; I II 16 la... infamia si cessa, per lo presente di me parlare, per il parlare di me " che ora sto facendo " (si noti, qui, anche il valore temporale); le canzoni sanza lo presente pane aveano d'alcuna oscuritade ombra... Ma questo pane, cioè la presente disposizione, sarà luce la quale... (I I 14 e 15). Anche rafforzato: così termina questo verso e questa presente parte (IV XVIII 6).
Un uso analogo nella Vita Nuova: X 3 e XXVIII 2 presente proposito (due volte); si aggiunga III 10 2 A ciascun'alma... / nel cui cospetto ven lo dir presente, cioè " questo sonetto ". Accanto a questi si pongono gli esempi della Commedia: in If XXIII 5 Vòlt'era in su la favola d'Isopo / lo mio pensier per la presente rissa, p. può ancora indicare la rissa " di cui sto parlando ", visto che con la descrizione di essa si chiude il canto precedente; il memorar presente delle passate vicende di D. e Forese (Pg XXIII 117) è " il ricordo che io ora ne faccio " (Scartazzini-Vandelli: ancora, in questi due esempi, anche il valore temporale); 'l presente rio è " questo ruscello ", " il ruscello che tu vedi " (If XIV 89; cfr. anche il v. 121); dentro a la presente margarita (Pd VI 127) significa " nel cielo in cui ci troviamo ", nel quale splende anche la luce di Romeo.
Nell'uso predicativo, l'espressione ‛ esser p. ' vale " assistere a ": cfr. Cv III XV 16 Quando Iddio apparecchiava li cieli, io era presente (" cum eo eram " è detto nel passo biblico di cui questo è traduzione: cfr. Prov. 8, 27); Pd XVII 93 disse cose / incredibili a quei che fier presente, " a colui che co' proprii occhi vedralle " (Lombardi), cioè " ai contemporanei viventi in quei giorni " (Mattalia). La stessa espressione con valore analogo, in Vn XXIV 1 come se io fosse stato presente [" di fronte "] a questa donna, e XL 9 2 Deh peregrini, che pensosi andate, forse di cosa che non v'è presente, " della vostra terra lontana e delle persone che vi avete lasciato " (Sapegno). Con valore diverso, in Cv IV V 17 ne lo romano impecio... parve esse braccia di Dio essere presenti: " la potenza di Dio... si palesò presente nei personaggi e negli eventi " (Busnelli-Vandelli, che rimandano a Ps. 76,16, e Is. 51,5).
L'aggettivo ricorre anche con valore di sostantivo, significando il " tempo attuale ": If X 99 El par che voi veggiate... dinanzi quel che 'l tempo seco adduce, / e nel [" quanto al "] presente tenete altro modo; Cv III I 10 sì come dice Boezio [Cons. phil. II I 10], " non basta di guardare pur quello che è dinanzi a li occhi ", cioè lo presente; I III 8 far più ornato lo suo presente, il suo " stato presente ".
Nel Fiore p. è adoperato con valore avverbiale: II 4 lo Dio d'amor sì venne a me presente, " subito "; CLII 10 s'i' fosse dell'aggio ... / che tu se' or presente, " se io fossi dell'età che hai tu ora " (Petronio). Ma in questo senso è più frequente la locuzione ‛ al p. ' (lievemente diversi Vn XXV 3 e XXVIII 2 a presente), di cui si hanno esempi in Cv I VI 4 perché queste variazioni sono ne li uomini non intendo al presente mostrare, " presentemente ", " ora "; e così II III 16 e 18 (tre volte), IV 15, XI 4, IV II 3, III 3, VI 4, 5 e 13, XI 1, XII 20, XXI 8, XXIII 6, XXIV 7, XXVI 15, XXVII 11, XXIX 7, sempre con un verbo al presente, come in Pd XVI 94 la porta ch'al presente [" attualmente ", " in questo periodo "] è carca / di nova fellonia (lo stesso valore di " in questo periodo " in Cv IV VI 19 Oh miseri che al presente reggete!); con riferimento al futuro, in Cv I X 14 di ciò farò al presente speziale capitolo. Con la preposizione ‛ in ', cfr. Detto 29, con la consueta rima equivoca: donati in presente, / sanz'esservi presente / di fino argento e d'oro; e anche Vn XXXVIII 6 nel presente.