presso
. 1. Il suo valore emerge netto da Pd XXVII 83, dov'è contrapposto a un'indicazione di lontananza: io vedea di là da Gade il varco / folle d'Ulisse, e di qua presso il lito / nel qual si fece Europa dolce carco.
S'incontra usato sia con verbi che indicano movimento, come in Rime dubbie XIV 8 io le vo presso, o attività (Rime CIII 76 ne li occhi... / guarderei presso e fiso), sia con verbi che indicano quiete; fra questi, ‛ essere ' (Rime CXVI 41 Quando son presso, parmai udir parole; If XXI 111 presso è un altro scoglio che via face; Pg XII 92 qui son presso i gradi, e XVIII 111) e ‛ avere ': in Pg XXVI 134, per indicare che il Guinizzelli lascia il posto ad Arnaldo Daniello che gli sta vicino, si dice che egli per dar luogo altrui secondo / che presso avea, disparve per lo foco, / come per l'acqua il pesce andando al fondo. Sfiora il valore temporale in If XVII 85, dove chi sta per essere raggiunto da una crisi di febbre malarica è indicato come colui che sì presso ha 'l riprezzo / de la quartana.
Usato con un verbo solitamente vicario come ‛ fare ', che sempre però compare al riflessivo ‛ farsi ', il significato sarà quello di " approssimarsi ", " avvicinarsi ": cfr. Pg X 53, dove D. sta contemplando l'uno dopo l'altro i bassorilievi da cui è istoriata la parete del monte in quel primo girone: i' mi mossi col viso, e vedea / ... un'altra storia ne la roccia imposta; / per ch'io varcai Virgilio e fe'mi presso; in XXIV 115 viene rivolto a lui e a Virgilio il seguente invito: Trapassate oltra santa farvi presso; Pd VIII 31. Senza pronome, in Pg XXIX 46 quand'i' fui sì presso di lor fatto.
Nella frase in cui p. si trova usato, è spesso presente un pronome personale in dativo, come in Vn XV 4 3 (ripreso al § 7): quand'io vi son presso, i' sento Amore (e cfr. XV 7 [seconda occorrenza] e 8); Pg XVII 67 senti'mi presso quasi un muover d'ala; I 59, XXVII 13, Pd XXI 57, Rime dubbie XIV 8, già citato; non infrequentemente è usato allora al comparativo, come in Vn XXXII 1 questi fue tanto distretto di sanguinitade con questa gloriosa, che nullo più presso l'era; Cv II VI 10, If IV 135, Pd XXI 43.
1.2. Perfetti equivalenti del semplice p. sono. i composti ‛ di p. ' e ‛ da p. ' che s'incontrano unicamente nella Commedia, ciascuno con tre attestazioni: If XII 65 La risposta / farem noi a Chirön costà di presso (e XX 22, Pg IV 98); Pg II 39 l'occhio da presso nol sostenne (e X 71, XX 122).
2. Ha valore di sostantivo nei soli due esempi seguenti, nel primo dei quali avrebbe piuttosto accezione temporale: Pg II 13 sul presso [" all'avvicinarsi "] del mattino (ma il Petrocchi legge sorpreso dal mattino). Figura invece col suo normale valore spaziale in Pd XXX 121, dove significa " prossimità " in opposizione a lontano, " lontananza ": Presso e lontano, lì, né pon né leva.
3. Acquista valore di preposizione in unione con ‛ a ' o ‛ di ', e può venire usato sia nella normale accezione spaziale sia in quella, meno frequente, temporale.
La prima costruzione s'incontra già in Vn XIV 12 7 Amor, quando sì presso a voi mi trova, / prende baldanza, e torna in Cv IV XXIV 5 e XXVIII 12 (viene presso al suo porto) e in Rime LXXV 5; è molto frequente nel poema: If V 77 Vedrai quando saranno / più presso a noi; XXIII 39, XXVI 92, XXVII 86, XXVIII 80, Pg III 128, XIII 115, XXXI 97, Pd VIII 31, XVIII 6, XXII 124, XXV 20 il colombo si pone / presso al compagno.
È usato anche al comparativo: senza isolarne a parte le occorrenze, basti esemplificare con Cv II III 14 più presso al polo; III 15 più è presso al cerchio... più sono presso a questo cerchio: cfr. anche II III 14, dove si parla del moto rotatorio di una sfera, che tanto più è veloce quanto più vicina al suo equatore è la parte roteante: ciascuna parte, quant'ella più è presso ad esso, tanto più rattamente si muove, immagine cui corrisponde, nei confronti dell'asse della sfera, quella di Pg VIII 87 Li occhi miei ghiotti andavan pur al cielo, / pur là dove le stelle son più tarde, / sì come rota più presso a lo stelo; risalta, a contrasto, l'unica costruzione in cui ‛ più ' è intercalato fra p. e ‛ a ': Pg XXVII 24 che farò ora presso più a Dio?
Assume una coloritura temporale quando è collegato con un sostantivo che indica tempo, come in If XXVI 7 presso al mattin del ver si sogna (e cfr. Pg IX 14 Ne l'ora che comincia i tristi lai / la rondinella presso a la mattina); Pd VI 55 presso al tempo; Rime LXVII 56 'l mio sentire è meno assai / ed è più presso al terminar de' guai.
Rispetto a quelle di ‛ p. a ' le testimonianze di ‛ p. di ' sono assolutamente preponderanti nella Vita Nuova (6 contro 1); il rapporto s'inverte nel Convivio (1 contro 6), mentre il poema presenta 6 ‛ p. di ' contro 19 ‛ p. a ' e le Rime hanno 1 ‛ p. di ' (CVI 148 presso di qui) e 2 .‛ p. a '.
La forma ‛ p. di ' ha insomma le seguenti residue occorrenze: con ‛ essere ' e verbi di quiete: Vn XV 1, 3 e 7 (prima occorrenza), XXVI 1, If IX 113 (si com'a Pola, presso del Carnaro); XXXI 101, Pg I 31, Pd XXV 139; cfr. anche Cv II III 16, dov'è usato al comparativo: così è più nobile quanto è più presso di quello; con verbi di moto s'incontra in Vn XV 7 gire presso di questa donna... andare presso di lei; XXII 5 donne anche , passaro presso di me; XXIV 4 Queste donne andaro presso di me; Pg XIII 55 fui sì presso di lor giunto.
3.1. Piuttosto che vicinanza indica rapporto, e significa " nei riguardi di ", in If XVI 119 Ahi quanto cauti li uomini esser dienno / presso a color che non veggion pur l'ovra, / ma per entro i pensier miran col senno!
4. Due volte ricorre unito a ‛ che ', e acquista il senso di " quasi ": Cv IV XVI 8 lo circulo che ha figura d'uovo non è nobile, né quello che ha figura di presso che piena luna, che non è in quello sua natura perfetta; Pg XII 122 i P che son rimasi / ancor nel volto tuo presso che stinti.