PRESTITI
Il prestito (o forestierismo) è una parola, una locuzione o una costruzione sintattica di una lingua straniera che entra nel lessico di un’altra lingua.
Nel lessico italiano contemporaneo si contano oltre 6.000 prestiti (di cui circa 4.500 nei linguaggi tecnico-specialistici).
Tra i forestierismi sono prevalenti gli anglismi (o inglesismi)
film, bar, sport, match
seguono i francesismi (o gallicismi)
cabaret, chalet, pâté, chance
i germanismi
Weltanschauung, Kindergarten, Würstel, Land
gli iberismi
paella, toreador, sangria, patio
Accanto alle provenienze più frequenti, numerose parole provengono da lingue esotiche
imàm (arabo), sushi (giapponese), batìk (malese), kebàb (arabo)
Anche i ➔latinismi possono essere considerati a tutti gli effetti dei prestiti.
Si distinguono diversi tipi di prestito.
• Prestito non adattato (o integrale), quando la parola o l’espressione straniera entra nel lessico così com’è, portando con sé anche la grafia e le caratteristiche grammaticali estranee alla lingua di arrivo: basti pensare che in italiano le parole che terminano per consonante sono quasi tutte prestiti, come radar, computer, film, standard, dossier ecc.
• Prestito adattato, quando il vocabolo straniero si adatta alla grafia e alla morfologia della lingua che lo accoglie, ad esempio perdendo alcune lettere non presenti nel sistema della lingua di arrivo o modificando la desinenza, come per ideologia, adattamento del francese idéologie, o per cocchio, adattamento dell’ungherese kocsi.
• Un particolare tipo di prestito è rappresentato dal ➔calco, che può essere formale, quando traduce in italiano forme esistenti in una lingua straniera (come schiaccianoci dal tedesco Nussknacker, o libro tascabile dall’inglese pocket book), o semantico quando una parola, che ha in comune con la sua analoga straniera uno o più significati, assume per imitazione un nuovo significato (come stella ‘famoso attore cinematografico’, per calco dall’inglese star, in cui ha lo stesso significato).
Di norma il prestito non adattato al plurale resta invariato (➔plurale dei nomi)
i radar, i film, i computer, i pope
Alcuni prestiti possono porre problemi per la selezione dell’➔articolo determinativo e indeterminativo:
– con parole che iniziano per x, y, z, s + consonante, si usano le forme maschili lo, gli, uno e le forme femminili la, una
lo xeres, uno yes-man, lo zen, gli shampoo, la yurta
– con parole che iniziano per w, se w viene pronunciata come una v, si usano le forme il, i, un, come davanti a una consonante
il wafer, i wafer, un wafer
se, invece, w viene pronunciata come u, di solito le forme dell’articolo determinativo sono quelle che si userebbero davanti alla u (➔whisky: il o lo?)
– con parole che iniziano con h, ci si regola a seconda del suono che la lettera ha nella pronuncia italiana; quando l’h è muta (cioè non viene pronunciata), si usano le forme maschili l’, un, gli e le forme femminili l’, un’, le
l’hotel, l’haute couture
quando, invece, l’h è aspirata si usano le forme lo, uno, gli e la, una, le
lo hot dog, la high society
– con parole che iniziano con j, si usano le forme maschili il, i, un e le forme femminili la, una, come davanti a una consonante
il j’accuse, i jet-set, un juke-box, la jam-session
Il genere dei prestiti non adattati è di norma quello che ha la parola corrispondente in italiano, se questa esiste ed è identificabile in modo univoco. In molti casi il genere può oscillare nell’uso (come la mail / il mail, a seconda che si pensi a lettera o a messaggio). Nei casi dubbi può essere utile consultare il vocabolario o, per i prestiti di nuova introduzione, adeguarsi all’uso prevalente.
I prestiti possono essere considerati un tipo particolare di ➔neologismo e rappresentano un’importante risorsa per ampliare il lessico di una lingua.
È opportuno quindi evitare atteggiamenti di chiusura o censura verso i prestiti, che devono essere usati soprattutto quando non esiste in italiano un vocabolo corrispondente per esprimere il concetto o l’oggetto designato: un esempio può essere il recente mobbing (dall’inglese) ‘insieme di comportamenti vessatori messi in atto dal datore di lavoro nei confronti di un lavoratore’.
Non si deve però abusare delle parole straniere, in particolar modo quando il vocabolo straniero ha un sinonimo già diffuso nella lingua di arrivo: coffee-break, trend e on line, ad esempio, corrispondono rispettivamente all’italiano pausa caffè, tendenza e in rete.
Anche se non ne siamo sempre consapevoli, molte parole della lingua di tutti i giorni sono prestiti: bar, computer, film, pan carrè ecc.
In passato la tendenza ad adattare all’italiano termini stranieri era molto più diffusa e alcuni nomi stranieri, oggi di uso comune, avevano una forma adattata
Facevano progetti per scrivere e dipingere e fare case e filmi (G. Aristarco, Il mito dell’attore)
Oggi, prestiti adattati di questo genere sono più rari, e sopravvivono solo in alcune zone forme come brioscia invece di brioche o tramme invece di tram
Viene servita in bicchieri di vetro accompagnata da una brioscia preparata con pasta lievitata all’uovo (www.listentosicily-blogviaggi.com)
Beh, in fondo è solo un tramme (http://usenet.it.rooar.com).