PRESULE
La voce latina praesul, da prae e salio, indica in modo particolare colui che salta o danza in testa ad altri, e in genere chi ha un diritto di preminenza o di precedenza su di una determinata accolta di persone. Designava particolarmente il capo del collegio dei Salii, addetto al culto di Marte (Cic., De div., I, 26) Tutti gli anni, in varî giorni del mese di marzo, sacro a Marte, quei sacerdoti percorrevano le vie di Roma danzando e mostrando alla folla gli scudi sacri del dio (ancilia).
Il loro costume era formato della tunica picta, una corazza di lamina di bronzo, e sopra la toga praetexta, in capo il pileo con l'apex, una lancia nella destra e l'ancile retto con la sinistra. Procedevano nelle vie guidati dal praesul; avanti ai principali templi si fermavano e iniziavano una danza guerresca, battendo con la lancia sugli scudi, e intonando il carme saliare, in latino arcaico difficile a comprendersi, con lodi a Marte ed alle altre divinità principali, con aggiunte menzionanti illustri defunti. Il corifeo era il praesul, che iniziava danza e canto da solo; gli altri Salii riprendevano dopo di lui (Verr. Flac. ap. Fest., p. 9, 226). Un verso del poeta satirico Lucilio (ap. Non. Marcell., 163) dice appunto che, quando il praesul ha danzato, deve danzare tutta l'assemblea. La danza era ritmica a tre tempi. Nel meriggio e sul far della sera i Salii facevano una sosta in una delle loro mansiones distribuite per la città per riprendere, dopo abbondanti banchetti, l'allegra peregrinazione nel pomeriggio o nella mattina seguente.