presumere (presummere)
In corrispondenza al termine latino (praesumo) p. ha il significato di " osare ", " ardire ", " mostrarsi temerario " nello spingere la propria pretesa al di sopra dei limiti personali e umani in genere (v. PRESUNZIONE).
Si fa riferimento a una temerarietà di ordine intellettuale, in Cv IV V 9 oh stoltissime e vilissime bestiuole che a guisa d'uomo voi pascete, che presummete contra nostra fede parlare e volete sapere, filando e zappando, ciò che Iddio, che con tanta prudenza hae ordinato!; e così anche in IV V 16 O sacratissimo petto di Catone, chi presummerà di te parlare?
A questo proposito si veda la chiosa di Busnelli-Vandelli: " L'espressione ‛ sacratissimo petto ' ricorda il santo petto, detto di Catone in Purg., I, 80, e Lucano IX, 255: ‛ Erupere ducis sacro de pectore voces '; II, 285: ‛ Arcano sacra: reddit Cato pectore voces '; IX, 554: ‛ Nam cui crediderim superos arcana daturos / Dicturosque magis quam sancto vera Catoni? '... Virgilio, Eneid., VI, 841: ‛ Quis te, magne Cato, tacitum aut te, Cosse, relinquat? ' ".
Si veda poi Pd XXI 98 al mondo mortal... / questo rapporta, sì che non presumma / a tanto segno più mover li piedi, versi che già il Buti interpretò assai chiaramente: " cioè lo mondo, intendendo per lo mondo li omini del mondo, non ardisca... a sì grande segno quanto è la providenzia d'Iddio, nel quale si contiene la predestinazione e la prescienzia ".
Una sfumatura particolare è da cogliere nel significato di p. in Cv IV VIII 5 prima mostrerò me non presummere [contra l'autorità del Filosofo; poi mostrerò me non presummere] contra la maiestade imperiale di Federico II, dove D. si difende dalle accuse d'irriverenza, tracotanza e arroganza di ordine dottrinario nelle sue argomentazioni intorno alla nobiltà o ‛ gentilezza '; la presunzione in questo caso sarebbe spinta contro due capisaldi del principio medievale di autorità, da lui intesi e dichiarati come strettamente connessi in Cv IV VI 18 Congiungasi la filosofica autoritade con la imperiale, a bene e perfettamente reggere. " San Tommaso - notano Busnelli-Vandelli - distingue una reverenza o osservanza verso chi è insignito d'autorità e verso chi ha perfezione di scienza o virtù ". Cfr. Sum. theol. II II 102 1 ad 2 " aliquis ex hoc quod est in aliqua dignitate constitutus, non solum quandam status excellentiam habet, sed etiam quandam potestatem gubernandi subditos. Unde competit ei ratio principii, prout est aliorum gubernator. Ex hoc autem quod aliquis habet perfectionem scientiae vel virtutis, non sortitur rationem principii quantum ad alios, sed solum quandam excellentiam in seipso. Et ideo specialiter quaedam virtus [observantia] determinatur ad exhibendum honorem et cultum his qui sunt in dignitate constituti. Verum quia per scientiam et virtutem, et omnia alfa huiusmodi, aliquis idoneus redditur ad dignitatis statum, reverentia quae propter quamcumque excellentiam aliquibus exhibetur, ad eandem virtutem pertinet ".
Perde ogni intenzione di biasimo l'uso di p. in Pd XXXIII 82 Oh abbondante grazia ond'io presunsi / ficcar lo viso per la luce etterna, / tanto che la veduta vi consunsi; i versi costituiscono un'esclamazione che connota insieme gratitudine e meraviglia per il momento della visione (descritta nei versi seguenti), che D. ha di Dio, con un progressivo superamento di tutti i limiti sensibili e intellettuali della natura umana fino alla folgorazione finale e alla trasumanazione o perfezione angelica. Si veda l'Andreoli: " Ond'io presunsi: dalla quale a me venne l'ardire di ficcar la mia vista... entro la divina luce tant'oltre, che pur giunsi ad esaurire... tutto ciò che vi era di visibile "; e Casini-Barbi: " presunsi: corrisponde al fui ardito del v. 79; e l'una e l'altra espressione è da prendere nel senso buono ". In VE I VII 3 per superbam stultitiam praesumendo, è in riferimento alla stolta presunzione dell'uomo, alla sua ybris di fronte a Dio, più sotto specificata (§ 4) con il praesumpsit... in corde suo incurabilis homo... superare naturam, sed etiam ipsum naturantem, qui Deus est, con l'edificare la torre di Babele.
Significa " assumere come vero ", " supporre ", in Cv IV XVIII 3 più tosto è da presummere l'una da l'altra [la nobiltà dalla virtù morale], che ambe da terzo, selli appare che l'una vaglia quanto l'altra, e in Mn II X 4 Dico ergo quod, si romanum Imperium de iure non fuit, Christus nascendo praesumpsit iniustum; consequens est falsum: ergo contradictorium antecedentis est verum.