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PRETIDI

di L. Rocchetti - Enciclopedia dell' Arte Antica (1965)
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PRETIDI (Προίτιδες)

L. Rocchetti

Figlie di Proitos, rese folli da Hera della quale si erano proclamate più belle; in preda alla pazzia erravano per i monti muggendo come giovenche.

Fonti diverse dicono che esse furono rese pazze da Dioniso per essersi opposte al suo culto. Furono poi guarite dall'indovino Melampo e da suo fratello Biante che, inseguitele sui monti le purificarono nel santuario di Artemide a Lousoi e le sposarono ottenendo due parti del regno di Tirinto. Secondo alcuni mitografi i loro nomi erano Lisippe ed Ifianassa cui altri aggiungono Ifinoe.

Le figurazioni delle P. sono rare: esse appaiono su un vaso italiota a figure rosse a Napoli che descrive la scena della purificazione in un santuario: si notano pìnakes alle pareti, un altare con sopra una statua arcaica di divinità (Artemide Lousiàs) ed un tripode in secondo piano; seduta su un gradino dell'altare, in atteggiamento discinto ed aggrappata alla statua della dea è una delle P.; l'altra appare in secondo piano, dietro il tripode, anch'essa sconvolta; a loro parla Melampo (v.) raffigurato come solenne vecchio barbuto. Un'altra figurazione delle P. è su un cammeo alla Bibliothèque Nationale, in cui appaiono le tre P. ancora in preda alla pazzia sedute su un'ara dietro la quale Melampo con un porcellino scannato nella destra compie il rito purificatorio.

Non si conoscono altre rappresentazioni sicure.

Bibl.: Rapp, in Roscher, III, 2, 1902-907, c. 3001 ss., s. v.; L. Savignoni, La Purificazione delle Pretidi, in Ausonia, VIII, 1912, p. 145 ss.; G. Radke, in Pauly-Wissowa, XXIII, i, 1957, c. 117, s. v.

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