preventivo
Documento nel quale si riassumono le informazioni su costi e ricavi di un’attività prima che questa venga effettivamente realizzata. Per es., nel caso di acquisto di un bene o di un servizio, quando questi risulti essere particolarmente complesso, il compratore richiede spesso al fornitore l’elenco dettagliato degli elementi che andranno a comporre complessivamente l’importo finale. Il fornitore, attraverso il p., si impegna a fornire quanto richiesto al prezzo indicato e solitamente a mantenere la validità dell’offerta per un determinato periodo di tempo (entro il quale il compratore può comunicare l’accettazione del p. e quindi la volontà di acquistare quanto richiesto secondo modalità indicate nel p. stesso).
Bilancio (➔ p) che accoglie valori riferiti a operazioni di gestione relative a un periodo futuro rispetto al momento nel quale viene predisposto.
Le amministrazioni pubbliche approntano il bilancio p. annuale e pluriennale; il primo costituisce non solo il principale strumento di pianificazione delle attività dell’ente, ma anche il mezzo attraverso cui l’organo rappresentativo della collettività (per es., il Consiglio comunale, provinciale, regionale o il Parlamento) autorizza il governo (locale o centrale) a raccogliere risorse e gestirle secondo quanto indicato nel bilancio p. (➔ anche consuntivo). Per es., la normativa di riforma del ciclo di programmazione economico-finanziaria (l. 39/2011) prevede che la legge di bilancio di previsione dello Stato, dove vengono illustrate le entrate e le spese relative al triennio cui si riferisce la manovra, venga presentata al Parlamento entro il 15 dicembre di ogni anno.
Nelle imprese, il bilancio p. non è obbligatorio, ma viene solitamente predisposto perché è fondamentale ai fini della programmazione delle attività. Con questo si riassumono gli effetti economico-finanziari di un piano relativo a un periodo di tempo solitamente annuale denominato budget (➔).