prezzo
L’approccio microeconomico
È necessario distinguere tra prezzi di mercato e amministrati. Esiste, inoltre, una grande ricchezza lessicale del termine, con numerose tipologie e accezioni.
Il prezzo di mercato ha la funzione di far raggiungere l’equilibrio fra domanda e offerta, ovvero di eliminare (➔ clearing) gli eccessi, se presenti, di questi due aggregati: di norma, quando la domanda supera l’offerta, i prezzi salgono e viceversa, finché non si raggiunge l’equilibrio, cioè finché la domanda e l’offerta non si eguagliano. A mercati concettualmente diversi corrispondono differenti caratteristiche nei livelli di equilibrio. In concorrenza perfetta (➔ p), le imprese sono price taker (subiscono il prezzo) e possono vendere a quel prezzo qualsiasi quantità desiderino produrre. Poiché ogni azienda produce, per massimizzare il profitto, la quantità per cui il costo marginale eguaglia il ricavo marginale, accade che costo marginale = costo medio = p e non vi sono extraprofitti. All’estremo opposto, in monopolio (price maker), l’impresa produce ancora per massimizzare il profitto al livello a cui il costo marginale è uguale al ricavo marginale, ma, poiché essa influenza il prezzo, quest’ultimo risulta superiore al costo medio e la produzione è inferiore alla corrispondente raggiunta in condizioni di concorrenza perfetta. Un’altra strategia a disposizione del monopolista è quella di variare i prezzi a seconda delle tipologie di clienti (discriminazione di prezzo ➔ prezzo, discriminazione di). In pratica, il funzionamento dei mercati è intermedio fra questi casi limite e vigono l’oligopolio o la concorrenza monopolistica. Il modello di equilibrio non è più univoco e, in generale, il prezzo diventa una leva fondamentale del marketing mix, ovvero degli strumenti utilizzati per attrarre la clientela. Nel settore dell’energia, caratterizzato da picchi di consumo (➔ peak load pricing) non sempre compatibili con le capacità di immagazzinare la produzione, la discriminazione di prezzo può riguardare le fasce orarie, con alti valori di acquisto in corrispondenza dei picchi.
Non determinati dal meccanismo di mercato, bensì fissati secondo criteri prestabiliti dalla pubblica amministrazione, sono i cosiddetti prezzi amministrati. Questo tipo di definizione si presenta come un’alternativa efficiente nei monopoli naturali (trasporti su rete, acqua, energia elettrica, telecomunicazioni ecc.; ➔ monopolio naturale), caratterizzati da rilevanti economie di scala (➔ scala, economie di) e costi medi sempre decrescenti. In questi casi, è desiderabile la presenza di una regolamentazione pubblica che controlli il modo in cui il monopolio viene esercitato. In tale situazione può essere efficiente attuare una strategia di tariffe a due stadi: un costo fisso per l’accesso al servizio e un prezzo pari al costo marginale per le unità di servizio utilizzate.
La ricchezza lessicale della parola prezzo corrisponde alla sua complessità concettuale e all’importanza che essa detiene per le sue funzioni a livello sociale e finanziario. Di seguito alcune sue specifiche accezioni.
I prezzi sorvegliati vengono determinati dal venditore, ma con la vigilanza della pubblica amministrazione.
Il prezzo di equilibrio si realizza quando domanda e offerta si eguagliano. In una visione dinamica interessa accertare le conseguenze sull’equilibrio degli shock su tali curve. Se i prezzi sono flessibili, i cambiamenti di domanda o di offerta determinano nuovi equilibri, mediante una modifica dei prezzi, mantenendo l’equilibrio anche sul mercato del lavoro. ● I prezzi si definiscono vischiosi (in inglese sticky), quando, come i salari, non si modificano sufficientemente in risposta a variazioni delle curve, il che avviene soprattutto al ribasso, creando asimmetrie di risposta. Le imprese reagiscono a tali disequilibri mantenendo fisso il prezzo e il clearing si raggiunge espandendo o contraendo la produzione. Tale schema si contrappone a quello con prezzi flessibili. ● Con l’espressione prezzi a pronti (spot price) si intende la consegna immediata.
In un contratto a termine, i prezzi a termine (forward) sono quelli da pagare alla data futura di consegna, il che rende nullo il valore iniziale dell’accordo. ● I prezzi futures sono quelli che si pagano alla data futura di consegna, il che rende nullo il valore iniziale del contratto.
Per prezzi di esercizio (exercise o strike price) si considera quel valore al quale è possibile comperare o vendere l’attività sottostante un’opzione.
L’asset pricing consiste nelle metodologie di valutazione di attività finanziarie. ● Si definisce state price il prezzo di una unità monetaria esigibile solo condizionatamente al verificarsi di un particolare evento. ● Il prezzo di Esscher è relativo a una copertura assicurativa su un rischio X calcolato in base alla P(X,h)= E*(X) speranza matematica della variabile aleatoria X secondo la distribuzione di densità f*(x,h) trasformata della densità f*(x) della X data da f*(x,h)= f(x)exp(hx)/E*(exp(hX)).
Il prezzo di trasferimento viene attribuito a beni o servizi trasferiti fra imprese diverse di uno stesso gruppo industriale o commerciale, o anche fra reparti o rami diversi di una stessa azienda. Possono differire dai valori di mercato nei trasferimenti fra unità appartenenti allo stesso gruppo, ma sottoposte a differenti regimi fiscali (per avere sede legale in Paesi diversi). ● I prezzi ombra, in problemi di ottimizzazione vincolata, sono relativi al cambiamento del livello della funzione obiettivo, derivante da un rilassamento del vincolo. In problemi di massimizzazione di produzione, il prezzo ombra corrisponde all’utilità marginale nel punto di ottimo della risorsa (fattore produttivo) vincolante. È il prezzo più alto che l’azienda è disposta a pagare per una ulteriore unità di un fattore produttivo necessario. ● Il prezzo di riserva è quello massimo che un compratore è disposto a pagare o anche il prezzo minimo che un venditore vorrebbe accettare per cedere un bene o offrire un servizio. Si dice di riserva il minimo saggio di salario di mercato al quale il lavoratore è disposto a lavorare. ● Il trigger price, o prezzo di innesco, ha due significati. Nella regolamentazione del commercio internazionale, fa riferimento a provvedimenti di dazi o tariffe, che scattano quando i prezzi all’importazione scendono sotto a una certa soglia, appunto il trigger price. Negli ordini di borsa, invece, descrive l’innesco dell’autorizzazione all’intermediario a eseguire un ordine condizionato di acquisto (o di vendita) di un titolo e ciò avviene quando il suo prezzo raggiunge da sopra (o da sotto) una determinata soglia (il trigger price).
Il prezzo limite si usa nel linguaggio di borsa e negli ordini è il prezzo massimo (minimo) che l’intermediario è autorizzato a pagare per eseguire un ordine di acquisto (o vendita). ● Il sovrapprezzo è la differenza fra il prezzo di sottoscrizione di nuove azioni e il valore nominale delle stesse in occasione di aumenti di capitale di società. ● Il prezzo all’ingrosso o al minuto (o al dettaglio) differisce a seconda che il suo valore risulti da scambi tra produttori e commercianti o tra commercianti e consumatori. ● Il prezzo unico è quello differenziato o discriminato, a seconda che il rapporto di scambio sia uno solo per tutte le unità identiche del bene scambiato (nello stesso mercato e nello stesso tempo). ● Il prezzo politico si ha quando il ricavo complessivo della vendita è inferiore al costo complessivo; alla copertura della differenza si provvede normalmente mediante imposte o forme di finanza straordinaria (per i servizi postali o scolastici, o per quelli di trasporto urbano ecc.). La stessa espressione si usa tutte le volte che l’intervento pubblico rende i prezzi più bassi (o più alti) di quelli che si formerebbero liberamente. Ciò può accadere sia perché lo Stato obbliga i produttori (si parla in questo caso anche di prezzo d’imperio o di prezzo legale) a vendere a livelli inferiori, imponendo un calmiere, sia che questo si faccia intermediario tra i produttori e i consumatori, rivendendo a questi ultimi a un prezzo inferiore a quello pagato ai primi (per es., prezzo politico del grano) e conteggiando la differenza tra le uscite del bilancio. Nella politica agricola di alcuni Paesi talora il settore pubblico interviene, oltre che con dazi protettivi, con acquisti di sostegno, oppure, ancora, per ragioni fiscali, con imposte sulla produzione o sull’importazione. Si parla sempre di prezzo politico qualora lo Stato assuma il monopolio dell’offerta del bene. ● Con il termine livello dei prezzi, si intende, oltre al livello generale del sistema economico, anche quello di un particolare mercato di volta in volta specificato: per es. il livello dei prezzi agricoli, il livello dei prezzi all’importazione e così via.
Infine il prezzo relativo di un bene è formulato nei termini di un altro, mentre quello assoluto è espresso in una certa moneta.