PREZZO (XXVIII, p. 231; App. II, 11, p. 609)
Prezzo politico. - Il p. politico è un p. inferiore al costo di produzione del bene o servizio reso dallo stato, che viene, pertanto, integrato con l'istituto dell'imposta. Quando lo stato si trova a produrre un bene o a rendere un servizio che sia utile a tutta la collettività, ma di cui si avvantaggi soprattutto un gruppo particolare d'utenti, il costo può venir diviso in due parti: una, in certo modo corrispondente al beneficio goduto da tutta la collettività e che può venir considerata come indivisibile, viene ripartita su tutti i membri della collettività a mezzo di un tributo, l'altra parte, invece, corrispondente grosso modo alla maggiore utilità goduta dai beneficiati, viene riscossa a carico del gruppo più ristretto. Il p. politico assume due forme (normalmente nella letteratura corrente queste due forme vengono tenute distinte e si considerano categorie logicamente diverse): la tassa e il contributo speciale.
Carattere comune di entrambe le categorie è che rappresentano solo una parte del costo globale, rimanendo l'altra a carico di tutta la collettività. Tanto la tassa quanto il contributo speciale hanno un complemento necessario nell'imposta senz'altra qualificazione chiamata a coprire il costo non fronteggiato dal p. politico. Ma nella tassa si ha una domanda effettiva e spontanea del bene o servizio pubblico da parte dell'utente, mentre nel contributo si ha un ricupero coattivo di parte del beneficio goduto dall'utente anche se questo non ha chiesto il servizio. Si può dire che il primo parte dall'iniziativa del singolo mentre il secondo parte dall'iniziativa dello stato. Caso tipico della prima categoria sono le tasse scolastiche, della seconda categoria il contributo di miglioria specifica applicato all'aumento del valore degli immobili in seguito ad un'opera particolare attuata dallo stato.
Si dice che il servizio pubblico reso col principio della tassa sia più produttivo di quello reso col principio dell'imposta, in quanto vi è un continuo e costante controllo del tipo e dell'entità di servizio reso con i desiderî dei singoli, nel senso che, essendo necessaria una domanda attiva da parte degli utenti, il servizio reso è più conforme all'utilità dei cittadini, e minore è il rischio che lo stato presti un servizio non desiderato dai singoli o più costoso di quello che i singoli vorrebbero pagare.
Prezzo pubblico. - Lo stato che produce beni o servizî pubblici la cui utilità sia del tutto o parzialmente individualizzabile e divisibile può coprire il costo di tale produzione, anziché col sistema dell'imposta, con quello del p. pubblico. Mentre con i servizi resi e i beni prodotti e ceduti attraverso il p. privato (del tutto identico a quello che si forma liberamente sul mercato) o quasi privato (il p. privato di un bene, la cui produzione consente, nel medesimo tempo, il conseguimento diretto di una finalità pubblica: caso tipico il bosco, che consente allo stato un reddito monetario e nello stesso tempo la difesa della montagna) lo stato non esercita il suo potere di coazione, col p. pubblico lo stato a fianco della produzione del bene e servizio introduce un elemento di obbligatorietà. Cosi che il p. pubblico può venir considerato come un ponte di passaggio dall'economia privata alla finanza pubblica.
Il p. pubblico consiste nella produzione e vendita del bene o servizio in regime di monopolio da parte dello stato e mediante una politica di differenziazione dei prezzi che consente allo stato di discriminare il trattamento economico tra le varie classi di consumatori. Il p. pubblico è un p. che dà un provento globale pari al costo di produzione necessario per produrre il bene, ma la distribuzione del costo medesimo tra i singoli utenti avviene, grazie al regime di monopolio giuridicamente protetto, con criterî politici.
Ecco perché si dice che col trasformarsi del p. da quasi privato in p. pubblico lo stato introduce un primo elemento di coazione che precedentemente mancava. E questo elemento coattivo consiste nella possibilità di far pagare ad alcuni utenti o a certi gruppi un p. più alto del costo medio che si sarebbe fissato in un regime di mercato per avvantaggiare altri utenti o gruppi, cui il bene o servizio viene ceduto a un prezzo inferiore al costo medio. La politica dei p. molteplici, espressione tipica del p. pubblico, consente, così, di vendere il bene o servizio pubblico ad un p. globale pari al costo totale, ma a p. discriminati a seconda delle varie persone o utenti. Così lo stato è in grado di estendere il consumo di un bene a certe classi sociali che altrimenti non avrebbero la possibilità di goderlo. Si pensi, a titolo d'esempio, alle ferrovie che valendosi del loro monopolio cedono il servizio a determinate persone (biglietto di 1ª classe), aventi generalmente un reddito più elevato, ad un p. superiore al costo, e destinano il maggior reddito a coprire parte delle spese del trasporto di 2ª classe, il cui biglietto viene venduto ad un p. inferiore al costo per consentire l'accesso di classi meno abbienti. Si tenga presente, comunque, che elemento fondamentale di tale p. è che il contribuente utente è sempre libero di domandare o meno il bene o servizio pubblico, e quindi il pagamento del p. relativo è da considerarsi spontaneo.
La letteratura finanziaria ha cercato di precisare le caratteristiche delle imprese pubbliche. Carattere fondamentale delle imprese pubbliche è l'interesse pubblico. E questo, a sua volta, è determinato a seconda dei casi, secondo i connotati identificati da L. Einaudi, dalla necessità di ovviare a frodi, di cui esempio tipico è la monetazione, o di evitare monopolî privati, di cui esempio tipico è l'impresa strettamente aderente alla strada che contiene in sé tutti i caratteri per divenire monopolistica, la necessità di raggiungere certi fini extra-economici, e d'impedire il sorgere d'interessi privati contrastanti con quello pubblico. L'impresa pubblica può venir gestita in diversi modi. Quello formalmente più semplice è la gestione diretta come qualsiasi altra attività statale, confondendo i costi e ricavi di tale attività con quelli dell'attività generale dello stato. Se si desidera conferire all'impresa maggiore snellezza ed un calcolo economico più razionale dei costi e ricavi, si può creare un'azienda statale con bilancio o amministrazione autonoma. Nel primo caso l'autonomia è essenzialmente contabile, mentre nel secondo caso lo è anche dal punto di vista amministrativo. Se si prescinde da altre forme intermedie oggi meno usate, si può ricordare da ultimo che l'impresa pubblica può venire anche gestita sotto forma di società per azioni il cui unico azionista sia lo stato.