prick-test
Procedura in vivo che rappresenta la base per la diagnostica delle malattie allergiche. Il prick-test consiste nell’applicazione, dopo accurata disinfezione, di una goccia dell’estratto allergenico in soluzione glicerinata sulla cute della superficie volare dell’avambraccio e nel pungere attraverso la goccia stessa gli strati superficiali del derma con apposita lancetta sterile caratterizzata da una punta di lunghezza preordinata (1 mm). La lancetta sterile, dopo aver attraversato la goccia dell’estratto allergenico, raggiunge gli strati più superficiali del derma consentendone l’eventuale interazione con le molecole IgE specifiche presenti sulla membrana dei mastociti cutanei determinandone la degranulazione. Se il soggetto in esame è sensibile allo specifico allergene, cioè se è provvisto di anticorpi IgE per questo stesso allergene, si determina nell’arco di pochi minuti una reazione cutanea locale di tipo eritematoso-pomfoide che esprime la positività del test. È possibile eseguire due file parallele di prick per braccio, a distanza l’uno dall’altro non inferiore ai 3÷4 cm per evitare interferenze causate dal riflesso assonico locale, e comunque non più di 8÷10 prick in totale. Sono anche disponibili diversi dispositivi tipo multitest che permettono l’esecuzione contemporanea di più prick, che comunque dovrebbero rispettare la distanza minima tra le singole punte. La tecnica del prick-test può essere utilizzata per la diagnostica dell’allergia respiratoria, alimentare e da farmaci. La valutazione del grado di positività del prick-test deve essere riferita al pomfo prodotto dal controllo positivo con istamina. Infatti, considerando uguale a 1 il pomfo prodotto dall’istamina (almeno 3 mm di diametro), si considera: (a) pomfo da 1/4 a 1/2; (b) pomfo da 1/2 a 1; (c) pomfo da 1 a 2; (d) pomfo maggiore di 2. Non esistono controindicazioni a praticare le prove cutanee in qualsiasi età; è bene tuttavia ricordare che, a causa dei bassi livelli di IgE e della ridotta liberazione dei mediatori chimici caratteristici, i test cutanei possono risultare negativi nei primi anni di vita. La terapia farmacologica in atto con antistaminici può inibire la risposta cutanea e pertanto il test va eseguito dopo un opportuno periodo di sospensione del farmaco proporzionale all’emivita dello stesso.
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