PRIM y PRATS, Juan, conte di Reus, marchese de los Castillejos
Generale e uomo di stato spagnolo, nato a Reus in Catalogna il 6 dicembre 1814, morto a Madrid il 30 dicembre 1870. All'avvento al trono d'Isabella II si arruolò (1833) come volontario in un battaglione detto dei tiradores, comandato da suo padre, e fece tutta la campagna contro i carlisti, segnalandosi per atti di grande valore, sicché nel 1839 ebbe il grado di colonnello. Dopo la fuga della reggente Maria Cristina (ottobre 1840) il P. si schierò nel partito progressista e congiurò contro la dittatura di B. Espartero; infine fu decretato il suo arresto per aver partecipato all'insurrezione di Saragozza (novembre 1841). Fuggì in Francia, dove cooperò alla restaurazione di Maria Cristina, e tornato in Spagna fu eletto (1843) deputato alle Cortes; quindi, postosi alla testa dei rivoluzionarî, marciò su Reus, fu nominato presidente della giunta di governo, e penetrò in Barcellona, accoltovi trionfalmente. Caduto Espartero, il P. entrò vittorioso in Madrid, dove Maria Cristina lo nominò governatore, lo creò generale e gli conferì il titolo di conte di Reus. L'intesa tra moderati e democratici durò ben poco, e poiché il partito liberale insorse in Catalogna, fu colà mandato il P. a reprimere la rivolta. Accusato poco dopo di aver congiurato contro il governo e contro la vita stessa di M. R. Narváez, capo del governo, fu arrestato e, per quanto riconosciuta falsa l'accusa, fu condannato a sei anni di carcere. Sei mesi dopo Maria Cristina lo graziò, permettendogli di ritirarsi in Francia. Fece lunghi viaggi in Inghilterra e in Italia, partecipò nel 1853 alla guerra d'Oriente contro la Russia e dopo la rivoluzione del 1854 fu richiamato in Spagna e rieletto deputato alle Cortes. Insieme col partito progressista sostenne in un primo tempo il ministero di L. O' Donnell. Durante la guerra del Marocco (1859-1860) comandò una divisione di riserva, che si segnalò specialmente alla battaglia del Marabutto, per cui si meritò il titolo di marchese de los Castillelos e quello di grande di Spagna, e alla presa di Tetuan (4 febbraio 1860). L'anno dopo il P. fu chiamato al comando del corpo di spedizione inviato al Messico; ebbe gran parte nella convenzione di Soledad (19 febbraio 1862), ma per dissapori sorti con i Francesi, inclini a dare il trono messicano a un principe di casa d'Asburgo, tornò con le sue truppe in Spagna (29 aprile), dove fu dal governo approvata la sua condotta. Costretto nel 1864 all'esilio per la partecipazione avuta in un complotto militare contro il ministero O' Donnell, poté restituirsi a Madrid (10 giugno 1865), e come capo del partito progressista continuò la sua opposizione. Alla fine dello stesso anno era alla testa d'un moto militare, che aveva per fine di riunire il Portogallo con la Spagna e sostituire al trono la casa Braganza a quella dei Borboni; ma dopo che il generale Zabala sedò l'insurrezione scoppiata in Catalogna, il P. fu costretto a rifugiarsi a Lisbona, poi a Londra (8 marzo 1866). Tornò in patria dopo i torbidi del 1868, i quali condussero alla caduta del trono d'Isabella e fu ricevuto in trionfo a Madrid. Proclamata la costituzione del 1869, che ammetteva la monarchia, il P. fu dal reggente Serrano incaricato della formazione di un gabinetto (15 giugno 1869), nel quale tenne il portafoglio della Guerra. Si trattava d'indicare chi dovesse salire al trono di Spagna, e, scartata la candidatura del duca Montpensier, poi quella del principe Leopoldo di Hohenzollern, la scelta cadde su Amedeo duca d'Aosta, che giunse a Cartagena il 30 dicembre 1870. Il P., che si era attirato grandi odî per avere represso le rivolte dei repubblicani e l'indisciplinatezza dell'esercito, fu assassinato lo stesso giorno.
Bibl.: F. J. Orellana, Historia del gen. P., Barcellona 1872; J. Coroleu, P.., bosquejo biogr., ivi 1885; H. Léonardon, P., Parigi 1901, con bibl.; F. Gras y Elias, El general P. Recorts de su vida politica i militar, Reus 1908.