Principati
Uno dei nove cori angelici, detti anche principi celesti (Pd VIII 34). In Cv II V 6, convenendo con la scala gerarchica dei cori presentata dai Moralium libri di s. Gregorio Magno, D. pone i P. nell'ordine più alto della gerarchia intermedia; invece in Pd XXVIII 125 (Poscia ne' due penultimi tripudi / Principati e Arcangeli si girano; cfr. anche VIII 34) i P. sono collocati nell'ordine più alto della gerarchia infima, secondo l'opinione dello pseudo Dionigi l'Areopagita più diffusa tra gli scolastici (v. GERARCHIA ANGELICA). Per conseguenza secondo il Convivio i P. per nobilitade occupano il quarto posto, sotto i Serafini, i Cherubini e le Potestà (II V 6); contemplano la somma sapienza del Figliuolo (§ 8), verosimilmente nelle relazioni del Figlio con sé stesso (§§ 9-11; v. ANGELO: Gli A. e la Trinità); sono modello del sesto cielo, che è quello di Giove, e alcuni ne sono i motori (§§ 12-13).
Da quanto detto sul numero degli angeli motori della Luna, appare che secondo D. i P. motori di Giove sono tre o quattro, perché Alfragano nel Liber aggregationis scientiae stellarum 14 (ediz. R. Campani, Città di Castello 1910, 121-122 e 124-125) attribuisce al sesto cielo tre movimenti propri oltre al diurno. Secondo il Paradiso i P. hanno un grado di visione beatifica, di amore e di beatitudine celeste superiore agli Angeli e agli Arcangeli ma inferiore agli altri sei cori (XXVIII 37-45, e 70-78); corrispondono secondo il più e 'l men de la virtute al cielo di Venere, cioè al terzo (vv. 64-78 e VIII 34-37), gl'infondono lo moto e la virtù (II 127-131; VIII 37) e si volgono d'un giro e d'un girare e d'una sete con i beati visti dal poeta in quel cielo (vv. 34-35). Sarebbe stata indirizzata a essi (vv. 36-37) la canzone Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete, che invece (Cv II V 13-18) aveva rivolto ai Troni.
Se la Commedia conserva il pensiero del Convivio sul numero degli angeli motori, i P. movitori di Venere sarebbero tre o quattro, perché il terzo cielo ha tre circulazioni proprie oltre al movimento diurno (Cv II V 15-17; cfr. Alfragano, 121-122 e 124-125). Egualmente, se il poema non ritratta la teoria bonaventuriana del Convivio sulle relazioni tra i cori angelici e gli uomini mortali (v. ANGELO: Gli a. e gli uomini), i P., essendo della gerarchia più bassa, che ci porge de li doni che essa riceve (Cv II V 8), verrebbero in missione nel mondo infralunare. In ogni modo i motori del cielo di Venere, infondendo un ardore virtuoso alla forma di esso, accenderebbero le anime di qua giuso... ad amore, come invece, secondo Cv II V 13-14, farebbero i Troni.
Secondo Ep II 5 il defunto Alessandro Guidi, conte di Romena, che era stato Romanae aulae palatinus in Toscana, ora, come regiae sempiternae aulicus nel Paradiso, cum beatorum principibus gloriatur. Però qui potrebbero intendersi anche gli angeli in genere, detti ‛ prìncipi dei beati ' per i termini aulici del contesto. Secondo G. Rosalba (Gli ordini angelici nel Convivio e nel Paradiso, in " L'Alighieri " II [1890-1891] 250-251; e, in parte, recens. di M. Barbi, in " Bull. " VII [1891] 29), anche i principi celesti di Pd VIII 34 sarebbero gli spiriti angelici in genere.