Il Principato di Monaco è il secondo stato più piccolo al mondo dopo il Vaticano. Affonda le sue radici nel 13° secolo, quando la famiglia guelfa dei Grimaldi, a seguito dell’esilio imposto dai governanti ghibellini della Repubblica di Genova, si insediò sulla rocca di Monaco, dando vita al principato (1297). Alberto II, succeduto nel luglio 2005 al padre, il principe Ranieri III, è l’ultimo discendente al trono.
La Carta fondamentale del 1962 istituisce una monarchia costituzionale ed ereditaria. Il sistema politico monegasco prevede che sia prerogativa del principe nominare il primo ministro (definito ‘ministro di stato’) e conferirgli poteri in materia di relazioni internazionali, di polizia e di direzione dell’attività governativa. Michel Roger, premier dal 29 marzo 2010, è assistito da cinque ministri, responsabili rispettivamente di affari interni, esteri, sviluppo, finanza ed economia, welfare e salute. Il potere legislativo e di bilancio sono detenuti congiuntamente dal principe e dal Consiglio nazionale, costituito da 24 membri eletti ogni cinque anni. Sono previsti quattro consigli comunali, uno per ogni quartiere di Monaco: La Condamine, Fontvieille, Monaco-Ville e Monte Carlo, quest’ultimo noto per l’omonimo casinò e il Gran premio automobilistico di Formula 1.
Turismo e servizi finanziari costituiscono il motore economico monegasco. Entrambi, tuttavia, in seguito alla crisi che ha colpito la zona euro, hanno risentito del forte calo dell’afflusso di turisti e delle vendite nel settore immobiliare. Nel 2009 il pil è diminuito dell’11,5% e le prospettive economiche rimangono vaghe e legate alle sorti dei paesi vicini.
I centri bancari di Monaco si affermano tuttavia tra i più floridi al mondo anche in virtù della legislazione monegasca che, oltre a non prevedere tassazione per i cittadini residenti a Monaco, protegge fortemente la privacy dei clienti nazionali e stranieri, attraendo così grandi quantità di denaro che potrebbero anche provenire da fonti illecite. Nel 2003 il Fondo monetario internazionale (Imf) ha identificato Monaco come paradiso fiscale e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd) l’ha inserito nella lista nera dei paesi che non cooperano in materia finanziaria e bancaria. Recentemente l’Oecd ha collocato Monaco nella cosiddetta ‘lista grigia’, composta dai paesi che si sono formalmente impegnati a rispettare gli accordi internazionali in materia finanziaria ma che tuttavia li hanno elusi.
Sul piano diplomatico Monaco ha buoni rapporti con tutti i paesi della regione. Nel 1993 è entrato a far parte delle Nazioni Unite e dal 2004 è membro del Consiglio d’Europa. Da sempre ha una relazione privilegiata con la Francia, che esercita una particolare influenza sulla politica e sull’economia del principato, come rivelano anche il susseguirsi di politici francesi ai vertici dell’amministrazione pubblica monegasca e il coinvolgimento delle imprese francesi nei più importanti progetti economici del principato. Tra gli accordi più importanti, quello sulla sicurezza, che sancisce l’impegno francese a difendere il territorio di Monaco, sprovvisto di un esercito. Dal 2005, con l’entrata in vigore di un nuovo trattato, Monaco ha acquisito una maggiore autonomia nella politica estera. A seguito di ciò, l’Italia ha istituito con Monaco una commissione mista per concordare programmi congiunti su temi economici e culturali, che coinvolgono le regioni Piemonte e Liguria.