Vedi PRINIAS dell'anno: 1965 - 1996
PRINIÀS (v. vol. VI, p. 476)
Dopo gli scavi condotti da L. Pernier negli anni 1906-1908, l'esplorazione di P. è stata ripresa nel 1969 da una missione dell'Università di Catania. Le ricerche, iniziate nell'area dell'insediamento urbano sulla Patela, si sono successivamente estese al territorio circostante; nelle immediate vicinanze della città è stata identificata un'officina di vasai databile fra il VII e il VI sec. a.C., mentre c.a 500 m a NO della Patela è stata scoperta la necropoli, cronologicamente parallela all'impianto e allo sviluppo della città. Nell'area occupata dalla necropoli si sono trovati anche i resti di un insediamento con materiali del tipo di Haghios Onouphrios, mentre in località Flega è stato scoperto un abitato di età neopalaziale. La frequentazione del territorio appare pertanto documentata fin dall'età prepalaziale; l'insediamento sulla Patela è datato nella fase iniziale da materiali del Tardo Minoico IIIC, e si sviluppa ininterrottamente fino alla metà del VI sec. a.C. Successivamente, e fino all'età ellenistica, l'altura sembra occupata da presidî militari.
Nell'area della città sono state rinvenute strutture di carattere difensivo lungo i margini SE e SO della Patela; lungo il lato Ν fu identificato invece un complesso di edifici destinati ad abitazione, la cui disposizione a terrazze si adattava all'andamento del terreno che in questo tratto scende in declivio fino al margine dell'altura. Un altro notevole tratto dell'insediamento urbano è stato identificato nel settore SE dell'altura.
Nell'area immediatamente antistante ai due templi protoarcaici (A e B) scoperti dal Pernier, su una superficie di c.a 40 m di lunghezza in senso N-S, e per una larghezza oscillante fra i 20 e i 30 m, è stato messo in luce un complesso di edifici che presentano il medesimo orientamento del tempio B; il fatto che il tempio A presenti un leggero spostamento dell'asse verso SE fa pensare a una sua seriorità rispetto al complesso degli edifici circostanti, e conferma l'ipotesi che la sua costruzione sia contemporanea all'esecuzione della decorazione scultorea, databile negli ultimi decenni del VII sec. a.C. Le sculture del tempio A sono state integrate dal rinvenimento di un nuovo frammento del fregio dei cavalieri.
Nel complesso delle costruzioni sono stati distinti 30 vani; in tre di essi, completamente esplorati, a c.a 80 cm di profondità, si incontrarono i pavimenti con le suppellettili ancora in posto. Il piano di calpestio relativo alla frequentazione dei vani presentava uno spessore di c.a 40 cm; la disposizione degli oggetti trovati sul posto indicava che i pavimenti erano stati progressivamente rialzati durante il periodo-di uso degli ambienti, il cui termine ultimo si pone intorno alla metà del VI sec. a.C. I materiali più antichi si collocano nel Tardo Minoico IIIC.
Una ventina di metri più a S è stato interamente esplorato l'estremo angolo SE della Patela, dove è stato messo in luce un altro tratto dell'abitato attraversato nel senso N-S da una strada che lo collegava con l'area dei templi A e B. Al margine S di questo complesso, col lato meridionale disposto lungo il bordo della terrazza che si apre a strapiombo sulla vallata, fu scoperto un terzo edificio templare (tempio C) con naòs, pronao e opistodomo, e con una eschàra centrale, simile a quella del tempio A, appoggiata al muro dell'opistodomo.
La necropoli copre lo stesso arco di tempo dello sviluppo della città. Si distinguono tre fasi caratterizzate da riti funerarî e da sistemi di sepoltura diversi: le tombe della prima fase, a incinerazione con sepolture in pozzetti ovoidali scavati nella roccia, avevano corredi con materiali del Tardo Minoico IIIC; un po' più tarda, e parzialmente parallela alla prima, era la seconda fase, con tombe a thòlos e sepolture a inumazione; alla seconda fase, di lunga durata, se ne sovrappose una terza caratterizzata da sepolture a incinerazione in recipienti fittili coperti da pietrame. Verosimilmente alla terza fase appartengono le numerose stele funerarie in pietra calcarea, con decorazione figurata incisa, in parte rinvenute dal Pernier, in parte scoperte casualmente nel 1959 nell'area della necropoli; alcuni frammenti sono stati recuperati anche nel corso degli scavi più recenti. Alla seconda fase si ricollega invece un gruppo di tombe di cavalli seppelliti nell'area centrale della necropoli.
Particolare attenzione è stata dedicata alla produzione artigianale attraverso lo studio dell'officina di vasai scoperta in località Mandra di Gipari. La presenza di scarti di fornace ha permesso di individuare le forme prodotte nell'officina e la loro diffusione nell'ambito della città sulla Patela. La produzione dell'officina, per il periodo di attività individuato, era limitata ai vasi di uso comune. Fra i materiali della necropoli è stato invece possibile evidenziare ceramiche figurate di produzione locale; fra queste un gruppo di vasi della tomba F, collocabili fra il Protogeometrico Β e il Geometrico Antico, in cui si riconosce la mano di un unico estroso pittore, che manipolando un limitato repertorio di semplici motivi astratti, ne trae un'originale decorazione figurata mista di elementi zoomorfi e fitomorfi. Il Pittore di Priniàs si muove chiaramente nell'ambito di una tradizione figurativa che trova il suo punto di partenza nello stile neopalaziale; il suo sviluppo appare di grande interesse per la comprensione della produzione artistica di questo periodo, e si inserisce nel quadro della continuità della tradizione minoica nel processo di formazione dell'arte greca.
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