private label
loc. s.le m. o f. inv. Marca privata; con particolare riferimento ai prodotti che hanno il marchio del distributore.
• Se i cosiddetti private label per alcune catene inglesi rappresentano addirittura il 50 per cento delle vendite, in Italia le percentuali sono molto inferiori, ma anche qui Coop svetta rispetto alla media italiana, attestata al 16 per cento. (M[assimo] Fr[anchi], Unità, 30 ottobre 2013, p. 14, Economia) • Quella che Marco Varvello, amministratore delegato della Aceto Varvello di La Loggia, chiama la «signora Maria» è una consumatrice come tanti, che appunto ha scoperto che le merci con sopra il logo del supermercato non hanno nulla da invidiare alle grandi marche. Ma non è l’unica ad aver notato il fenomeno delle cosiddette «private label»: è accaduto pure alle aziende piemontesi, in particolare quelle del settore agroalimentare. (Stefano Parola, Repubblica, 27 maggio 2014, Torino, p. XVIII) • [tit.] La crescita delle «private label» [testo] Una rivoluzione silenziosa ma inarrestabile. Nella grande distribuzione organizzata i prodotti a marca del distributore conquistano sempre più spazio sugli scaffali, riempiono il carrello della spesa e insidiano il potere dei grandi brand. Il volume d’affari del private label ha raggiunto i 9,5 miliardi in rapporto ai 52 miliardi circa del largo consumo confezionato (il totale, compreso il «fresco» raggiunge i 114,1 miliardi), pari al 18,3% del segmento. Numeri che avvicinano sempre di più l’Italia al resto dell’Europa, dove la marca privata presidia in media quasi il 28% del mercato. (Natascia Ronchetti, Sole 24 Ore, 13 gennaio 2016, p. 13, Impresa & territori).
- Dall’ingl. private label ‘marca privata’.
- Già attestato nella Repubblica del 29 ottobre 1993, p. 17, Cronache (Gabriele Di Matteo), usato come loc. s.le f. inv.