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problema dell'arresto

di Fabrizio Luccio - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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problema dell’arresto

Fabrizio Luccio

Primo esempio di problema indecidibile, cioè che non ammette alcun algoritmo di risoluzione. Il problema dell’arresto nacque nel 1936, sulla base di studi sugli insiemi infiniti della fine del XIX sec. La sua enunciazione è dovuta ad Alan Turing ed è basata sulla formalizzazione dei modelli primitivi di calcolo sviluppati all’inizio di quel secolo, tra cui la macchina dello stesso autore. In modo informale il problema può essere così formulato: presi arbitrariamente un algoritmo A e un dato D, stabilire se la computazione A(D) termina in un numero finito di passi. Turing dimostrò che non può esistere alcun algoritmo ARR che stabilisca in tempo finito se la computazione A(D) si arresta anch’essa in tempo finito (ARR(A,D)=true), o non si arresta mai (ARR(A, D)=false). In particolare ARR non può semplicemente simulare la computazione A(D), perché se questa non termina, neanche la simulazione termina. L’argomentazione di Turing si basa sulla rappresentazione di algoritmi e dati come sequenze di simboli dello stesso alfabeto, per cui è lecito usare la sequenza corrispondente a un algoritmo A come dato per un altro algoritmo o per sé stesso: calcolare cioè A(A). Dunque l’eventuale algoritmo ARR potrebbe essere applicato ad A(A) e avremmo:

ARR(A, A)=true se A(A) termina;

ARR(A, A)=false se A(A) non termina.

L’esistenza di ARR consentirebbe di definire il seguente algoritmo NEW che invoca ARR al suo interno:

NEW(A):

p=true;

while (p=true) do p=ARR (A, A);

la cui computazione termina se e solo se ARR(A, A) ha valore false ovvero, per la relazione [2]:

[3] NEW(A) termina se e solo se A(A) non termina.

Se NEW esiste, è lecito eseguire la computazione NEW(NEW). Ma sostituendo NEW ad A nella relazione [3] dovremmo concludere che NEW(NEW) termina se e soltanto se NEW(NEW) non termina. La contraddizione mostra che NEW non esiste, e poiché l’unico motivo di debolezza nella costruzione di questo algoritmo è l’ammissione che ARR esista, concludiamo che ARR non esiste.

→ Computazione, teoria della

Vedi anche
Alan Mathison Turing Turing ‹ti̯ùriṅ›, Alan Mathison. - Matematico e logico matematico britannico (Londra 1912 - Manchester 1954). Pioniere della scienza dell'informazione e dell'intelligenza artificiale, ha legato il suo nome, in particolare, a un metodo da lui indicato per dare un significato preciso al concetto intuitivo ... bicondizionale In logica matematica, la connessione p ↔ q di due enunciati p e q, che è vera se e solo se essi sono entrambi veri o entrambi falsi. algoritmo matematica Termine, derivato dall’appellativo al-Khuwārizmī («originario della Corasmia») del matematico Muḥammad ibn Mūsa del 9° sec., che designa qualunque schema o procedimento sistematico di calcolo (per es. l’algoritmo euclideo, delle divisioni successive, l’algoritmo algebrico, insieme delle regole ... informatica Scienza che studia l’elaborazione delle informazioni e le sue applicazioni; più precisamente l’informatica si occupa della rappresentazione, dell’organizzazione e del trattamento automatico della informazione. Il termine informatica deriva dal fr. informatique (composto di INFORMATion e automatIQUE, ...
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arrèsto¹
arresto1 arrèsto1 s. m. [der. di arrestare2]. – 1. L’atto, il fatto di arrestare (nel senso di fermare) o di arrestarsi: a. del moto; a. di un corpo in movimento (l’a. di un veicolo o della marcia di un veicolo, di una ruota, di un’elica,...
arrèsto-indietréggio
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