alimentari, problemi
alimentari, problèmi locuz. sost. m. pl. – In questo inizio di 21° secolo continua lo stridente contrasto tra la parte povera del mondo, nella quale si muore di fame perché il cibo manca o non è disponibile, e la parte ricca, dove, nonostante il cibo sia abbondante e facilmente ottenibile, sempre più si sviluppano patologie dovute a un'assunzione alimentare scorretta.
Disturbi del comportamento alimentare. Classe di patologie presenti nei Paesi economicamente avanzati, correlate a una disponibilità di cibo superiore al fabbisogno individuale e a una riduzione dell'attività fisica. D’altra parte, in una società che spinge all'indulgenza alimentare e al sedentarismo, i modelli culturali dominanti impongono l'importanza della magrezza in chiave estetica e salutistica, indipendentemente dalle caratteristiche biologiche e fisiologiche individuali, fino al punto di provocare veri e propri disturbi dell'alimentazione e dell'immagine corporea, con comportamenti patologici finalizzati a ottenere un corpo magro ed efficiente. I disturbi dell'alimentazione possono quindi associarsi a un disagio/malattia della sfera psichica e a vere e proprie malattie organiche, e possono essere inclusi nella categoria delle culture bound diseases (malattie cultura-dipendenti). Obesità. Il disturbo dell’alimentazione di gran lunga più frequente nella popolazione occidentale è quello da iperalimentazione, ossia l'assunzione, per un congruo periodo di tempo, di alimenti in eccesso rispetto al fabbisogno. In questo modo, e anche a seguito di una scarsa o assente attività fisica, si realizza un eccessivo accumulo di energia sotto forma di trigliceridi soprattutto nel tessuto adiposo, con aumentata prevalenza e incidenza di sovrappeso e obesità. L'Organizzazione mondiale della sanità classifica l'obesità tra le dieci più frequenti patologie umane, e tra le prime cinque nei Paesi occidentali o con abitudini di vita occidentali. L’obesità è particolarmente temibile in età evolutiva, perché può facilmente produrre alterazioni, irreversibili o difficilmente reversibili, della composizione corporea, con inadeguato sviluppo muscolo-scheletrico e quindi riduzione relativa della massa magra (ossia quella metabolicamente attiva), un aumento del tessuto adiposo e una maggiore incidenza di patologie quali diabete tipo 2, ipertensione arteriosa, fratture ossee ecc. Eccesso di grasso corporeo. L'eccesso di grasso a prevalente localizzazione addominale è quello che più facilmente si associa a complicazioni metaboliche, cardiovascolari e anche neoplastiche. Il metabolismo cellulare del tessuto adiposo addominale faciliterebbe la steatosi (infiltrazione grassa) e ridurrebbe l'utilizzazione del glucosio come substrato energetico, contribuendo a determinare iperinsulinemia, entrambi fattori tra i principali responsabili di tutte le complicanze dell'obesità. D'altra parte, è sempre più chiaro il ruolo complesso del tessuto adiposo, capace di produrre moltissimi ormoni, in particolare le adipochine o citochine, che regolano gli aspetti energetici, la pressione arteriosa ecc. L'eccesso di grasso corporeo, quindi, modificando i rapporti nella produzione di questi ormoni, può contribuire allo sviluppo di patologie cronico-degenerative. Malnutrizione e disturbi del comportamento alimentare. I veri disturbi del comportamento alimentare sono patologie associate a un gruppo di anomalie psicologiche e comportamentali. In senso lato si distinguono comportamenti inibitori, che mirano a ridurre in modo significativo e per un lungo periodo di tempo l'assunzione degli alimenti, e comportamenti disinibitori, caratterizzati da una frequente e incontrollata assunzione di alimenti. Sono poi presenti comportamenti altrettanto patologici detti compensatori, come il vomito autoindotto, l'abuso di lassativi, l'iperattività fisica. Si riconoscono due patologie principali: l'anoressia nervosa e la bulimia nervosa, cui si associa una terza categoria, quella dei Disturbi dell'alimentazione non altrimenti specificati (DANAS). L'anoressia nervosa, che colpisce lo 0,5-1,0% della popolazione adolescente, soprattutto femminile, è una patologia spesso di lunga durata, di alta gravità medica e psichiatrica. I tipici sintomi sono: deliberata perdita di peso; indice di massa corporea (ossia il rapporto tra peso in kg e quadrato dell'altezza in m) inferiore a 17,5 kg/m2; rifiuto di assumere una quantità di alimenti che permetta un peso corporeo normale e un normale stato di nutrizione; amenorrea per almeno tre mesi consecutivi. Sintomi spesso associati sono distorsione dell'immagine corporea, fobia di ingrassare, depressione del tono dell'umore, insonnia, aggressività, isolamento sociale, scarsa capacità di concentrazione ecc. La mortalità è tra lo 0,2 e il 5,0%, valore molto elevato se confrontato con altri tipi di patologie presenti in età evolutiva. L'anoressia nervosa, essendo la seconda causa di morte, dopo le tossicodipendenze, nell'adolescenza, è una gravissima patologia cronica e richiede un'assistenza prolungata e un follow-up specialistico. Le cause di morte o di complicanze mediche sono secondarie alla cronica malnutrizione: si può arrivare al suicidio e, a volte, avere complicanze dovute ad alcolismo o altri abusi. La bulimia nervosa ha una prevalenza lievemente più elevata rispetto all'anoressia: circa il 3% della popolazione adolescenziale, anche in questo caso quasi esclusivamente femminile. La bulimia nervosa si caratterizza per episodi ripetuti di iperalimentazione compulsiva seguiti da comportamenti compensatori. Questi episodi si associano alla tipica sensazione di perdita di controllo: il paziente avverte di non poter smettere di mangiare, di non essere capace di scegliere tra gli alimenti. Altra tipica sensazione è la vergogna dei sintomi della malattia, con tendenza a mascherarli e nasconderli: da qui la necessità di un'attenta anamnesi medica. Il peso di questi pazienti è, per definizione, normale o di poco diverso rispetto agli standard di riferimento. I DANAS includono disturbi del comportamento alimentare che non ricadono nella definizione di anoressia nervosa o di bulimia nervosa. L'incidenza percentuale è ancora poco nota, ma sembrerebbe essere di circa il 10-15% nella popolazione adolescenziale. I Binge eating disorders (BED, o iperalimentazione compulsiva) in genere inclusi tra i DANAS, si caratterizzano per episodi di bulimia senza comportamenti compensatori e determinano obesità o soprappeso. Comprendono una sottocategoria di pazienti, i night eaters (mangiatori notturni), che provano uno stimolo incontrollabile a iperalimentarsi, fino a svegliarsi di notte per consumare pasti abbondanti. Nell'ambito dei DANAS possono essere anche inclusi i sweet eaters o carbohydrate cravers, mangiatori di alimenti dolci o ricchi di carboidrati, e gli snackers, consumatori di frequenti piccoli pasti. Altra categoria è rappresentata dai nibblers, ossia pazienti che si alimentano con un piluccare incessante. A questo comportamento si oppone quello gorging, che induce a consumare solo i pasti principali, però abnormemente abbondanti. La letteratura anglosassone contempla infine anche il disordered eating (alimentazione disordinata) e la dieting disease (malattia dello stare a dieta). Generalmente non si tratta di veri e propri disturbi alimentari, ma di comportamenti che, se protratti, possono portare a disturbi dello stato di nutrizione e quindi dello stato di salute. L'alimentazione disordinata, che spesso è unita a una scarsissima attività fisica, è diffusa tra i giovani, e comprende anche il ripetuto ricorso a spuntini fritti o a panini farciti con carni grasse e formaggi, spesso associati a bevande ricche di zuccheri semplici. La dieting disease rappresenta anch'essa un fenomeno di costume. Insorge quando si segue una dieta senza necessità cliniche, ossia in assenza di sovrappeso, oppure quando si seguono diete con continue interruzioni e riprese. In questi casi è possibile che si sviluppino effetti collaterali, soprattutto se si usano anche farmaci senza controllo medico. Per i problemi generati dalla scarsezza o assenza nella disponibilità di cibo v. fame nel mondo (in Povertà e sottosviluppo: la geografia della fame).