processione
La parola ricorre tre volte nel Fiore, sempre con un valore ironico. Nel finale del poemetto l'espressione ‛ andare a p. ', riferita alla sacra immagine (il corpo della donna), sta a rappresentare il compimento dell'itinerario amoroso: Troppo avea quell'imagine 'l visaggio / tagliato di tranobile fazzone: / molto pensai d'andarvi a processione, e di fornirvi mie pellegrinaggio (CCXXIV 3).
La stessa espressione ricorre nel discorso di Venus a Honte nel Roman de la Rose, per rappresentare l'omaggio reso da tutti gli uomini alla simbolica rosa: " Tuit iront a procession, / Senz faire i point d'excepcion, / Par les rosiers e par les roses, / Quant j' avrai les lices descloses / ... N'est nus qui s'en puist reculer, / Tuit i feront leur penitence " (vv. 20743 ss.).
Con lo stesso valore anche nel discorso di Amico (il quale ama i doppi sensi osceni): Ma guarda non s'avvegga che t'infinghe, / ché non v'andresti mai a processione; / non ti varrebbe lo star ginocchione (LXV 6).
La parola compare inoltre in LXVII 11, associata, come in CCXXIV 3, al pellegrinaggio.