PROCTOSCOPIA e PROCTO-SIGMOIDOSCOPIA (dal gr. πρωκτός "ano" e σκοπέω "guardo")
È l'endoscopia rettocolica per mezzo di speciali strumenti, che permettono di rendersi conto de visu delle condizioni della mucosa ano-retto-colica. Essa ha notevole importanza nella diagnostica delle affezioni anorettali e retto-sigmoidee. Ogni volta che si abbiano sintomi di lesione infiammatoria retto-colica o si abbiano perdite di sangue dall'ano (troppo spesso attribuite senza indagine a presenza di emorroidi), ogni volta che si osservino, in individui adulti o vecchi, disturbi, che per la loro cronicità e la loro natura possano far sorgere il sospetto dell'esistenza di neoplasmi, ogni volta, infine, in cui si sia dinnanzi a forme morbose ad andamento cronico e di oscura origine a carico del tubo intestinale e del colon in particolare, l'esame procto-sigmoidoscopico è indicato. Esso potrebbe anche essere utilizzato nel sospetto di corpi estranei, specialmente altosituati, non raggiungibili con l'esplorazione digitale o radioscopicamente.
Si possono distinguere l'anoscopia, la rettoscopia, o meglio la proctoscopia, e la sigmoidoscopia. L'anoscopia non esige che uno speculum breve, di 6 cm. di lunghezza per 2-2,5 cm. di diametro, a estremità conica, che viene introdotto con l'aiuto di un mandrino ottuso, che poi viene tolto per la visione. L'apparecchio è montato su un manico, che serve per ispezionare a varia profondità il canale rettale. In questo tipo di apparecchi manca un'illuminazione diretta e per la visibilità giova la proiezione indiretta di una sorgente luminosa mediante lo specchio frontale.
Strumenti più complessi sono i proctosigmoidoscopî, i quali sono costituiti da tubi di lunghezza varia da 15 a 35 cm. e di vario diametro in rapporto alle differenze di età, di calibro, ecc.; sono montati anch'essi sopra un mandrino otturatore, che ne permette l'introduzione, chiudendone temporaneamente l'estremità interna. Questo mandrino presenta una doccia, la quale lascia il posto a una piccola lampadina interna di 2-4 volt, montata su una piccola asta metallica, che s'innesta alla testa dello strumento. Questa ha sia dispositivi atti all'innesto delle lenti, che con ingrandimenti varî consentiranno la visione profonda, sia un'apertura a rubinetto destinata a fare uscire, quando occorra, i gas intestinali o a introdurre aria nel retto mediante un doppio pallone di Richardson allo scopo di distendere le pareti intestinali e consentire l'introduzione sempre più in profondità dello strumento e la visibilità delle pareti intestinali. A questi strumenti sono poi connessi vari accessorî, cioè aste portatampone per ripulire, ove occorra, la parete dell'intestino, pinze a morsi varî, sia per afferrare eventuali tamponi rimasti nel retto, sia a scopo di biopsia, termocauterî per elettrocoagulazione, ecc.
Esistono diversi tipi di proctoscopî, dei quali più in uso sono quelli di Strauss e di Bensaude. L'esame proctoscopico esige una preparazione locale dell'ammalato e una preparazione generale, che può variare a seconda che si tratta d'individui che soffrono di stitichezza o, al contrario, di diarrea. L'esame poi viene fatto sull'ammalato o in posizione genupettorale, da molti preferita, o in decubito laterale, o in decubito dorsale (posizione ginecologica). L'anestesia locale è talora necessaria. Il tubo endoscopico va introdotto molto dolcemente, controllandone la progressione con la vista e con l'aiuto dell'insufflazione, facendo seguire allo strumento le curve naturali del retto e del sigma.
Potranno essere così distinte facilmente le parti sane per l'aspetto roseo o rossastro della mucosa con i carattteri specifici a seconda che si tratta della mucosa anale, o della mucosa dell'ampolla, o dell'S iliaca. In casi particolarmente favorevoli si possono osservare anche le zone poste a 30-35 cm. dall'orificio anale, osservando fino al limite tra la porzione ascendente e discendente del sigma. L'accertamento della sede, dell'estensione, della natura dei processi ulcerativi di tipo infiammatorio o neoplastico è di regola abbastanza facile. In caso di dubbio è per lo più possibile il prelevamento di porzioni di tessuto a scopo di biopsia, mezzo che consente una diagnosi istologica della forma morbosa in esame. Contro indicazioni alla proctoscopia sono le proctiti e proctosigmoiditi acute, le peritoniti, la presenza di stenosi insuperabili.