produttore
Solo in Cv IV XXI 5, riferito a Dio, motore del cielo, dal cui diretto intervento l'anima in vita... riceve... lo intelletto possibile. Vale perciò " creatore ", in piena consonanza con l'accezione più ampia e più attestata di ‛ producere ' (v.) che, nell'uso dantesco, indica fra l'altro l'atto di producere in esse, del " trarre all'esistenza " che nel caso di Dio può essere ex nihilo, nel caso di una causa seconda può essere un " trarre fuori " dalla potenza all'atto, da una materia predeterminata alla forma perfetta (cfr. § 4 la virtù celestiale... produce de la potenza del seme l'anima in vita).
Il vocabolo ricorre là dove, enunciato il principio già riferito, è definita la funzione propria dell'intelletto possibile (v.): lo quale potenzialmente in sé adduce tutte le forme universali, secondo che sono nel suo produttore, e tanto meno quanto più dilungato da la prima Intelligenza è.
La stessa dottrina, ma precisata, è esposta in Pg XXV 70 ss. lo motor pimo... / spira, " infonde ", nell'anima vegetativo-sensitiva uno spirito novo, di vertù repleto, l'intelletto possibile, che fassi un'alma sola, / che vive e sente e sé in sé rigira.