Vedi PROFECTIO dell'anno: 1973 - 1996
PROFECTIO
Con questo termine è indicata la partenza dell'imperatore, generalmente ab urbe sua, cioè da Roma, per campagne militari; avvenimento questo che, come ci è dato ricostruire dalle testimonianze letterarie ed epigrafiche, insieme ai connessi adventus (v. vol. i, p. 89) e reditus (v.), costituiva un momento essenziale dell'ideologia imperiale che, formatasi fin dai tempi di Augusto, tendeva ad esaltare enfaticamente e quindi a commemorare sia in rilievi che in monete ogni atto e di pacifico governo (ad esempio la providentia, la pietas) e di guerra del princeps.
Dall'analisi del materiale e delle fonti si può dedurre che il termine p., pur essendo usato anche precedentemente nel suo significato di partenza per spedizione militare, abbia assunto un vero e proprio significato ideologico e politico, riferito alla partenza dell'imperatore, soltanto in età traianea, o almeno dovrà essere notato che a Traiano risalgono le prime emissioni di monete commemorative dell'avvenimento. Dopo Traiano la coniazione di monete relative alla p. continua per gran parte della prima metà del III sec. d. C., legata alle varie campagne militari dei diversi imperatori, per trovare quindi in età posteriore un ultimo ed unico esempio proveniente dalla zecca di Siscia, datato al 311-313 e relativo ad una p. di Licinio.
Comunque mentre è possibile ricavare con una certa sicurezza una iconografia abbastanza omogenea della p. dai conî monetali in cui l'evento è identificato dalla leggenda, diverso è il caso dei rilievi, i quali non ripetono alcun tipo monetale e la cui interpretazione pertanto è spesso controversa, potendosi interpretare sia come scena di adventus sia come profectio, data la somiglianza degli elementi caratterizzanti.
Sulle monete o sui medaglioni, con leggende prof o profectio, la partenza del princeps per una campagna militare è generalmente indicata dall'imperatore a cavallo, armato di lancia ed accompagnato da soldati, a volte in atto di calpestare o di colpire con la sua arma un nemico caduto. Tuttavia pur nella sostanziale omogeneità del materiale numismatico si riscontrano a volte notevoli differenze, per cui non sarà inutile elencare di segnito i diversi tipi più importanti.
Tipo A: imperatore a cavallo, in veste militare volto verso destra, armato di lancia e senza alcun accompagnatore (Lucio Vero: a. 161-162, RIC, iii, p. 252, n. 477; a. 163, RIC, iii, p, 321, n. 1356. Caracalla: a. 208, RIC, iv, 1, p. 228, n. 107; a. 208, RIC, iv, 1, p. 284, n. 440, Severo Alessandro: a. 222-231, RIC, iv, 2, p. 118, n. 595; a. 228-231, RIC, iv, 2, p. 86, n. 210; a. 231-235, RIC, iv, 2, p. 121, n. 639. Le prime due monete di Severo Alessandro, quelle coniate rispettivamente nei periodi 222-231 e 228-231, presentano entrambe due varianti rispetto a tutte le precedenti del medesimo tipo: il cavallo infatti è volto verso sinistra e l'imperatore tiene la mano destra alzata, mentre con la sinistra regge la lancia). Allo stesso tipo A appartiene anche RIC, vi, p. 482, n. 218, a. 311-313, simile alle precedenti, ma dove l'imperatore Licinio invece di portare la lancia diritta verso l'alto, la tiene trasversalmente.
Tipo B: imperatore a cavallo, volto verso destra, scortato da due soldati, uno che precede ed uno che segue (Caracalla: a. 209, RIC, iv, 1, p. 285, n. 445).
Tipo C: imperatore a cavallo, volto verso destra, scortato da quattro soldati, due che precedono e due che seguono (Traiano: a. 113, RIC, ii, p. 262, n. 263).
Tipo D: imperatore a cavallo, volto verso destra, scortato da tre soldati, uno che precede e due che seguono (Marco Aurelio: a. 169-170, RIC, iii, p. 291, n. 978; Settimio Severo: a. 208, RIC, iv, p. 120, n. 225 A).
Tipo F: imperatore a cavallo, volto verso destra, scortato da quattro soldati, uno che precede e tre che seguono. All'interno di tale gruppo, tenuto conto di alcune differenze e varianti nei dettagli, si propone un'ulteriore suddivisione: 1) imperatore preceduto da un soldato armato di giavellotto e scudo e seguito da tre soldati armati di giavellotto (Traiano: a. 112-114, RIC, ii, p. 288, n. 633; a. 114-117, RIC, ii, p. 291, n. 662). 2) Imperatore preceduto da un soldato armato di giavellotto e scudo e seguito da tre soldati senza armi (Lucio Vero: a. 162-163, RIC, iii, p. 319, n. 1321; Traiano: a. 112-114, RIC, ii, p. 265, n. 297). 3) Imperatore preceduto da un soldato armato di giavellotto e scudo e seguito da tre soldati, di cui uno soltanto armato di giavellotto (Marco Aurelio: a. 168-169, RIC, iii, p. 290, n. 963). 4) Imperatore preceduto da un soldato armato di giavellotto e scudo e seguito da tre soldati che portano stendardi (Marco Aurelio: a. 169-170, RIC, iii, p. 291, n. 977). 5) Imperatore preceduto da un soldato in atto di volgersi dietro e seguito da tre soldati (Commodo: a; 179, RIC, iii, p. 943, n. 1612).
Tipo G: imperatore in veste militare su cavallo galoppante, volto verso sinistra, brandendo la propria lancia contro un nemico caduto (Caracalla: a. 208, RIC, iv, 1, p. 283, n. 431; a. 208, RIC, iv, 1, p. 284, n. 438; a. 208, RIC, iv, 1, p. 284, n. 439; a. 209, RIG, iv, 1, p. 286, n. 449).
Tipo H: imperatore a cavallo, volto verso destra, armato di lancia e preceduto da un prigioniero (Caracalla: a. 208, RIC, iv, 1, p. 228, n. 108).
Tipo I: imperatore in veste militare a cavallo, volto verso destra, armato di lancia, marciando calpesta un nemico (Caracalla: a. 209, RIC, iv, 1, p. 285, n. 446).
Tipo L: in questo tipo è presente la Vittoria che, con corona e palma, precede l'imperatore a cavallo, armato di lancia e seguito da varî soldati. Per le differenze che sussistono all'interno del gruppo si propone la seguente ulteriore suddivisione: 1) imperatore a cavallo, volto verso destra, armato di lancia e preceduto dalla Vittoria con corona e trofeo (Postumo: a. imprecisato del suo regno, dalla zecca di Lugdunum, RIC, v, 2, p. 350, n. 115). 2) Imperatore a cavallo, volto verso destra, armato di lancia, preceduto dalla Vittoria con corona e palma e seguito da un soldato armato di giavellotto (Severo Alessandro: a. 231, RIC, iv, 2, p. 112, n. 524 = Gnecchi, Medaglioni [iii], p. 43, n. 44). 3) Imperatore a cavallo, volto verso destra, armato di lancia, preceduto dalla Vittoria con corona e palma e seguito da un soldato armato di giavellotto; dietro il soldato che segue due stendardi (a. imprecisato del regno di Severo Alessandro: RIC, iv, 2, p. 124, n. 666 A = Gnecchi, Medaglioni [ii], p. 82, n. 23). 4) Imperatore a cavallo, volto verso sinistra, con la mano destra alzata e con la sinistra armata di lancia, preceduto dalla Vittoria con corona e palma e seguito da due soldati (Severo Alessandro: a. 231-235: RIC, iv, 2, p. 121, n. 640). 5) Imperatore a cavallo, volto verso sinistra, preceduto dalla Vittoria con corona e palma e seguito da due soldati, uno dei quali porta un'insegna (Severo Alessandro: a. 231, Gnecchi, Medaglioni [iii], p. 43, n. 45). 6) Imperatore a cavallo, volto verso sinistra, con lo scettro, preceduto dalla Vittoria con corona e palma e da un soldato che porta un'insegna, seguito da tre soldati, uno dei quali porta un'aquila, un altro un'asta ed il terzo un'insegna (Gordiano iii: a. 242, Gnecchi, Medaglioni [ii], p. 91, n. 37).
Tipo M: il presente gruppo si differenzia dagli altri per la presenza di un altro cavaliere accanto all'imperatore. Ne esistono due varianti: 1) imperatore a cavallo, volto verso destra, armato di lancia, accompagnato da un altro cavaliere e preceduto da un soldato armato di lancia e scudo (Marco Aurelio: a. imprecisato del suo regno, Gnecchi, Medaglioni [ii], p. 30, n. 27). 2) Imperatore a cavallo, volto verso destra, accompagnato da un altro cavaliere, preceduto da un soldato con vessillo e scudo e seguito da un altro soldato con un'insegna (Marco Aurelio: a. 170, Gnecchi, Medaglioni [ii], p. 30, n. 28).
Nei rilievi figurati l'imperatore è rappresentato mentre esce di città, indicata questa schematicamente da archi, templi ed altri edifici, accompagnato da soldati, littori e personaggi di diverso genere talvolta non bene identificabili. A questo gruppo appartiene secondo alcuni (Hamberg, Bianchi Bandinelli, Bendinelli, Kaehler) il rilievo A della Cancelleria, dove compare Domiziano preceduto dalla Vittoria alata, dai littori, da Marte e Minerva e seguito dalla dea Roma, dai genî del Senato e del Popolo, da altri soldati, e littori; il rilievo destro della facciata, volta verso la città, dell'attico dell'Arco di Traiano a Benevento (Hamberg), dove l'imperatore, uscito dalla città, indicata da un tempio e da un arco con Vittorie negli eserghi, circondato da Adriano, dai consoli e dai Penati romani, sta per essere accolto alla presenza di alcune divinità, tra cui Giove, pronto a consegnargli i suoi raggi di luce con i quali l'optimus princeps sbaraglierà i nemici. L'interpretazione dei due rilievi quali scene di p. è stata messa in dubbio, preferendosi (Magi) vedere in essi piuttosto un adventus, ma è ormai opinione concorde che entrambi i rilievi si riferiscano a partenze dell'imperatore. In un rilievo dell'Arco di Costantino, a sua volta compare Marco Aurelio, le cui profectiones sono ricordate anche da fonti letterarie (Hist. Aug., M. Aur., 12, 14), insieme a due personaggi, uno dei quali andrà identificato con il genio del Senato, nei pressi della Porta Triumphalis. Lì sono in attesa dell'imperatore due soldati che trattengono per le briglie una coppia di cavalli scalpitanti, uno per l'imperatore ed uno per il suo generale presente alla scena. Ciò che senza dubbio alcuno porta all'identificazione di questa scena con una p., oltre la presenza dei cavalli in pieno movimento, è la personificazione della via Flaminia, quale donna seminuda, sdraiata in basso a destra, con la mano alzata in atto di salutare Marco Aurelio. Partenze dell'imperatore e del suo esercito per campagne militari sono illustrate naturalmente anche nella Colonna di Traiano ed in quella di Marco Aurelio; nella prima i soldati, uscendo dalla porta di un oppidum, traversano il Danubio, personificato quale vecchio barbato, sopra un ponte di barche; nella seconda, che si attiene nelle sue linee fondamentali alla prima, il dio Danubio assiste dalla sua grotta al passaggio dell'esercito romano, che ugualmente traversa il fiume sopra un ponte di barche; in testa si trovano i cornicines ed i vessilliferi dal capo coperto di pelli leonine, dietro segue l'imperatore.
Un cenno a parte meritano inoltre due rilievi del II sec. d. C., che si riferiscono a particolari tipi di profectio di carattere non militare; il primo, la cosiddetta Apoteosi di Marco Aurelio, da Efeso ora a Vienna, è stato interpretato, sia pure con riserva, dalla Toynbee quale p. del divus Traianus; in esso l'imperatore accompagnato dalla Vittoria alata sale su una quadriga guidata dal Sole e dalla dea Roma. Il secondo, un tondo adrianeo dell'Arco di Costantino, illustra una p. di Adriano per una partita di caccia: l'imperatore, vestito di tunica e mantello, trattiene un cavallo, mentre da una porta si fanno avanti i suoi compagni per la battuta; davanti è un giovane, probabilmente Antinoo, che tiene un veltro per il collare.
Bibl.: Sull'iconografia della profectio, in generale: T. Holescher, Victoria Romana, in Arch. Untersuch. zur Geschichte u. Wesensart der röm. Siegesgöttin von den Anfängen bis zum Ende des 3. Jhs. n. Chr., Magonza 1967, pp. 48-68. Sulle monete e sui medaglioni, RIC = H. Mattingly-E. A. Sydenham, Roman Imperial Coinage, II-VI, Londra 1926-1967; F. Gnecchi, I medaglioni romani, I-III, Milano 1912; J. M. C. Toynbee, Roman Medaillons, New York 1944, pp. 105-106. Sul rilievo A della Cancelleria: P. Hamberg, Studies in Roman Imperial Art, Copenaghen 1945, p. 5 ss.; F. Magi, I rilievi domizianei del Palazzo della Cancelleria in Roma, Roma 1945, p. 98 ss.; R. Bianchi Bandinelli, in Bull. Com., LXXVI, 1946-48, pp. 239 ss.; G. Bendinelli, in Pubblicazioni della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino, I, i, 1949, p. i 55 ss.; H. Kaehler, in Gnomon, XXII, 1950, pp. 33 ss.; E. Keller, in Klio, IL, 1967, pp. 195 ss. Sul pannello dell'Arco di Traiano a Benevento: A. v. Domaszewski, in Jahreshefte, II, 1899, pp. 177-178; R. Paribeni, Optimus Princeps, II, Messina 1927, p. 260; P. Hamberg, op. cit., pp. 68 ss. Sul rilievo di Marco Aurelio: F. Magi, in Rend. Pont. Acc., XXVIII, 1954-55, pp. 51-54; I. Scott Ryberg, Panel Reliefs of M. Aurelius, New York 1967, pp. 28-37; G. Becatti, Osservazioni sui rilievi di Marco Aurelio, in Arch. Class., XIX, 1967, pp. 323-324. Sul rilievo da Efeso: E. Strong, Apotheosis and After Life, Londra 1915, pp. 90 ss.; J. M. C. Toynbee, in Journ. Rom. St., XXXVII, 1947, p. 188.