Vedi PROFECTIO dell'anno: 1973 - 1996
PROFECTIO (v. S 1970, p. 642)
Le prime profectiones che appaiono su monete e medaglioni mostrano Traiano a cavallo preceduto da un soldato e seguito da altri due o tre di essi; l'immagine è usata fino al regno di Postumo: a volte è raffigurato l'imperatore da solo, a volte con l'aggiunta di un barbaro sconfitto o di una Victoria che lo guida. All'epoca di Caracalla compare sulle monete una raffigurazione dell'imperatore vicino a un soldato con signa.
Nei rilievi vanno tenute distinte due tradizioni iconografiche: l'una relativa ai rilievi monumentali e l'altra ai fregi delle colonne istoriate. La prima p. monumentale, il rilievo «A» domizianeo del Palazzo della Cancelleria, è caratterizzata da una composizione in cui, insieme a Domiziano, compare un gran numero di personaggi. L'imperatore (il cui volto è stato successivamente trasformato in quello di Nerva), appiedato, vestito in foggia militare, è scortato fuori dalla città dai suoi littori, due dei quali lo precedono, mentre lo seguono soldati della guardia. A questa rappresentazione sintetica di un evento storico si sovrappongono sei personificazioni e divinità che arricchiscono la scena con una serie di concetti significativi. Assecondato dalla Virtus che lo ispira, scortato dalla sua patrona Minerva e guidato da Marte, Domiziano parte per una campagna militare il cui successo è assicurato dalla presenza della Vittoria, mentre il Senato e il Popolo Romano rimangono indietro a salutarlo. In entrambi i contesti si nota l'aumento graduale del moto delle figure.
Questo crescendo è un elemento importante dell'iconografia della p. nell'arte monumentale; trova peraltro riscontro in alcune scene di adventus (v.) in cui il moto va, invece, gradualmente diminuendo (Colonna Traiana, scena LXXXVI). Nel frammento di un modesto fregio domizianeo di Anacapri, la formula compositiva è sostanzialmente la stessa, ma il numero delle figure è ridotto, e vi sono alcune varianti nei dettagli: l'imperatore è loricato, la Virtus non lo tocca, e uno dei soldati cerca di trattenere un cavallo inquieto. Nel rilievo della p. di Marco Aurelio sull'Arco di Costantino, l'evento storico si evince soprattutto dai soldati in attesa a destra della scena, mentre il messaggio simbolico è rappresentato dal Genius Senatus e da una personificazione della Via, che allude al lungo viaggio che sta per essere intrapreso. Anche la grande Porta Triumphalis svolge un ruolo in ambedue i contesti, in quanto identifica topograficamente il punto di partenza e prelude simbolicamente all'esito felice della campagna. La scena raggiunge un crescendo espressivo di moto accelerato che culmina con il cavallo scalpitante che sembra quasi voler sfondare la cornice del rilievo. I vessilli oscillanti contribuiscono al senso di entusiasmo proprio della partenza. Nel «tondo» dell'Arco di Costantino con la partenza di Adriano per la caccia, l'imperatore è incorniciato da un arco che accentua la staticità della rappresentazione, mentre il cavallo e il cane che ne escono danno alla scena un senso di moto crescente.
Nelle note scene di attraversamento di ponti, rappresentate sui fregi delle colonne di Traiano e di Marco Aurelio, una porta di città o una campata del ponte stesso sono sufficienti a indicare il punto di partenza. Come rivela una moneta di Marco Aurelio, l'attraversamento di un nuovo territorio è stato visto come la manifestazione della Virtus Augusta, un concetto già proprio delle profectiones in epoca flavia. Nelle scene LXXXIII-LXXXV della Colonna Traiana, che rappresentano sia una p. sia un adventus, i cittadini sono giunti alla porta della città per salutare l'imperatore. Questa affollata composizione trasmette la vitalità del momento grazie ai diversi atteggiamenti dei personaggi, ed è in netto contrasto con la sofisticata simbologia contenuta nel rilievo della Cancelleria, caratterizzato dalla disposizione teatrale delle figure. Le profectiones del periodo tardoantico sugli archi di Galerio a Salonicco e di Costantino a Roma sono più vicine alla tradizione dei fregi delle colonne istoriate che non a quella che ispirò i grandi rilievi monumentali. Nel primo caso una p. conduce a un adventus in modo molto simile alla doppia scena sulla Colonna Traiana, in cui l'imperatore e i suoi soldati si allontanano da una città presso la cui porta è posta solo una sentinella. Anche nel fregio costantiniano è presente una porta, ma non vi sono figure statiche dalle quali prenda avvio il movimento.
Bibl.: G. Koeppel, Profectio und Adventus, in BJb, CLXIX, 1969, pp. 130- 194 (con discussione dei monumenti e bibl. prec.). - P. di Domiziano sui rilievi della Cancelleria: M. Bergmann, Zum Fries Β der flavischen Cancelleria- reliefs, in MarbWPr, 1981, pp. 19-31 (trasformazione del ritratto di Domiziano); G. M. Koeppel, Die historischen Reliefs der römischen Kaiserzeit, 2. Stadtrömische Denkmäler unbekannter Bauzugehörigkeit aus flavischer Zeit, in BJb, CLXXXIV, 1984, pp. 29-30 (con bibl.). - Rilievo di Anacapri: F. Magi, Un rilievo di Anacapri, in RendPontAcc, XXVIII, 1954-55, p. 45 ss. - Tondo adrianeo: G. Koeppel, Die historischen Reliefs der römischen Kaiserzeit, 4. Stadtrömische Denkmäler unbekannter Bauzugehörigkeit aus hadrianischen bis konstantinischer Zeit, in BJb, CLXXXVI, 1986, p. 26 ss. - P. di Marco Aurelio: ibid., pp. 56-58. - Colonna di Traiano: C. Cichorius, Die Reliefs der Trafanssäule, I-III, Berlino 1896-1900; S. Settis, A. La Regina, G. Agosti, V. Farinella, La Colonna Traiana, Torino 1988; G. Koeppel, Die historischen Reliefs der römischen Kaiserzeit, 8. Der Fries der Trajanssäule in Rom, I, in BJb, CXCII, 1992, pp. 61-122. - Colonna di Marco Aurelio: A. Caprino, A. M. Colini, G. Gatti, M. Pallottino, P. Romanelli, La colonna di Marco Aurelio, Roma 1955. - Arco di Galerio: H. P. Laubscher, Der Reliefschmuck des Galeriusbogens in Thessaloniki, Berlino 1975. - Fregio dell'adventus sull'Arco di Costantino: H. P. L'Orange, A. von Gerkan, Der spätantike Bildschmuck des Konstantinsbogen, Berlino 1939, pp. 51-56; G. Koeppel, Die historischen Reliefs der römischen Kaiserzeit, 7. Der Bogen des Septimius Severus, die Decennalienbasis und der Konstantinsbogen, in BJb, CXC, 1990, pp. 1-64.