profit sharing
Partecipazione agli utili, forma di remunerazione dei lavoratori tale che una parte dei risultati economici dell’impresa, in aggiunta al pagamento del salario normale, viene distribuita tra i dipendenti per premiarne i risultati e incentivarne l’impegno. Il fatto che non ci sia partecipazione alle perdite e al processo decisionale differenzia il p. s. dalla cooperazione (➔ cooperativa, società).
Sino agli ultimi decenni del 1900, la teoria economica ha trascurato, con poche eccezioni, il profit sharing. Tale atteggiamento era dovuto alla prevalenza del modello teorico walrasiano (➔ Walras, Marie-Esprit-Léon; Walras, legge di), che escludeva dall’analisi economica tutti i fenomeni di scelta in condizione di incertezza. È solo con l’emergere di nuovi paradigmi analitici, che abbandonano alcune delle assunzioni costitutive del modello di equilibrio economico generale walrasiano, che l’analisi economica del p. s. ha preso vigore: J. Meade e M. Weitzman costruiscono negli anni 1980 modelli che descrivono il funzionamento di economie caratterizzate da condizioni di concorrenza monopolistica, individuando nel p. s. lo strumento più adatto a controbilanciare l’effetto negativo sull’occupazione causato da improvvise riduzioni della domanda effettiva, grazie alla maggiore flessibilità della remunerazione che esso introduce. In altri termini, il p. s. potrebbe fornire la flessibilità salariale e, in combinazione con le altre forme di partecipazione, anche quella funzionale (➔ flessibilità), necessarie a fare fronte a cadute esogene della domanda, senza che ciò comporti il permanere di bassi salari al variare del ciclo economico. È stata poi elaborata la teoria della produttività, che sottolinea gli aspetti microeconomici di incentivazione attivati dal p. s.; tale funzione si rivela adatta soprattutto per le forme di organizzazione del lavoro sviluppatesi negli ultimi decenni del 20° sec. con l’applicazione ai processi produttivi delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Queste ultime, infatti, rendono inefficiente o troppo costoso il controllo diretto dei lavoratori e aumentano l’importanza della cooperazione per ottenere guadagni di produttività, spingendo le imprese ad adottare strategie di gestione del personale fondate sulla promozione della partecipazione, piuttosto che sull’incentivazione dello sforzo. Il p. s. può avvenire attraverso il pagamento di un premio monetario, ovvero può essere corrisposto sotto forma di azioni od opzioni sulle azioni dell’azienda (➔ stock option).
Negli anni 2010, il p. s. ha incontrato una maggiore diffusione in Giappone, Messico, Stati Uniti, Canada, Francia, Gran Bretagna, Germania, Paesi Bassi e Italia, dove almeno il 5% dei lavoratori percepisce quote della retribuzione collegate agli utili. In Italia, il p. s. è stato quasi assente fino alla seconda metà degli anni 1980, quando un consistente numero di aziende, stimate sul finire del 1990 intorno a 300, con circa 900.000 lavoratori interessati, ha inserito, nei tradizionali contratti integrativi aziendali, voci retributive che, in forme varie, collegavano le retribuzioni ai risultati economici dell’impresa.