progenie
Vale " stirpe ", " schiatta ", " insieme di persone discendenti da un capostipite comune ". È vocabolo dotto penetrato nel lessico dantesco tramite l'‛ auctoritas ' virgiliana; l'unico esempio della Commedia (e anche unica occorrenza nella quale compaia riferito a persona singola) è anzi Pg XXII 72 Secol si rinova / ... e progeniïe scende da ciel nova, libera e densa traduzione di Virg. Buc. IV 7 " iam nova progenies caelo demittitur alto ".
In tutti gli altri casi ricorre nel IV trattato del Convivio, sempre in connessione con due temi centrali della speculazione dantesca: la provvidenzialità della fondazione di Roma, avvenuta contemporaneamente alla nascita di David, da cui sarebbero discesi Maria e Cristo, nella sua natura di vero uomo; la nobiltà intesa come dono gratuito di Dio concesso all'anima ben disposta a riceverlo: V 6 lo nascimento de la santa cittade... fu contemporaneo a la radice de la progenie di Maria; XXIX 3 Se la nobilitade è... seme divino ne la umana anima graziosamente posto, e le progenie... non hanno anima... nulla progenie... nobile dicere si potrebbe; e questo è contra l'oppinione di coloro che le nostre progenie dicono essere nobilissime in loro cittadi. Altri esempi in III 8, V 5 (due volte), XXIX 8, 10 (due volte) e 11.