prognosi
Previsione sul decorso clinico e sull’esito di un quadro morboso. La formulazione della p. richiede la conoscenza della natura e della gravità della malattia e la valutazione degli elementi che possono influenzare l’evoluzione morbosa: condizioni generali, costituzione individuale, età, sesso, momenti fisiologici particolari (pubertà, climaterio, gravidanza, allattamento ecc.), malattie pregresse, possibilità di complicanze, recidive, associazioni morbose ecc. Si usa distinguere una p. immediata, che si riferisce all’evoluzione prossima del quadro morboso in atto, e una p. lontana, riguardante l’esito finale. A seconda della benignità o meno di quest’ultima, la p. è detta rispettivamente benigna (o fausta), riservata (cioè che richiede ulteriore osservazione) e infausta (se si presume che la malattia abbia esito letale). Il giudizio prognostico può essere riferito alla possibilità di sopravvivenza (p. quo ad vitam) o a quella della restitutio ad integrum e del recupero funzionale (p. quo ad valetudinem, quo ad functionem).