programma
programma [Der. del lat. programma -atis, dal gr. prógramma -atos, a sua volta da prográpho "scrivere prima"] [LSF] Enunciazione particolareggiata di ciò che si vuole fare, in partic. dell'inquadramento di un corpo di dottrine (per es., il p. di Erlangen per le geometrie: → Erlangen) o di un'attività di ricerca (p. biennale di un gruppo di ricerca, ecc.), di un esperimento (p. di misurazione di costanti elastiche, ecc.), di una realizzazione tecnica (p. di costruzione di un apparecchio, ecc.). ◆ [ELT] [INF] Insieme coordinato e strutturato di istruzioni, codificato secondo un opportuno linguaggio di programmazione, atte a risolvere un determinato problema mediante un calcolatore elettronico: p. applicativo, assemblatore, diagnostico, di controllo, ecc. (per locuz. non ricordate nel seguito si rinvia alla voce di specificazione): v. calcolatori, architettura dei: I 392 c. ◆ [ELT] [INF] P. applicativo: ogni p. di elaborazione volto a una specifica utilizzazione del calcolatore (per es., p. di archiviazione, di grafica, ecc.). ◆ [ELT] [INF] P. diagnostico: serve per rilevare e individuare malfunzionamenti in un calcolatore e nelle unità periferiche. ◆ [ELT] [INF] P. di controllo (ingl. batch monitor): ogni p. destinato specific. a gestire uno o più p. di elaborazione e p. per operazioni connesse (esecuzione, gestione dei p. applicativi, ecc.). ◆ [ELT] [INF] P. di elaborazione: ogni p. che, a differenza di altri (per es., p. di controllo), serve soltanto per l'elaborazione di dati o per la risoluzione di determinati problemi. ◆ [BFS] P. genetico: v. cellula: I 550 d. ◆ [ELT] [INF] P. principale: quello che coordina più sottoprogrammi, eventualmente inseriti in esso. ◆ [ELT] [INF] P. supervisore: uno dei componenti fondamentali di un sistema operativo, costituito da un certo numero di sottoprogrammi che sovrintendono a particolari compiti di gestione. ◆ [ELT] [INF] Contatore di p.: v. calcolatori, architettura dei: I 392 d.