programma
Strumento del secondo momento logico del processo di pianificazione e controllo, la programmazione (detta, più comunemente, pianificazione operativa), il p. è volto a definire nel dettaglio gli obiettivi strategici in modo che questi possano, da un lato, assicurare la disponibilità delle risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi e la loro utilizzazione ottimale e, dall’altro, essere sufficientemente ‘concreti’ da rappresentare una guida per la gestione corrente. Tali obiettivi specificano, a loro volta, i comportamenti attesi da ciascuna unità organizzativa e costituiscono il criterio di riferimento per i momenti del controllo (➔ controllo aziendale) e della valutazione delle prestazioni. Frutto della prima fase logica ‒ la pianificazione strategica (➔) ‒ del processo di pianificazione e controllo, gli obiettivi strategici sono infatti in prevalenza orientati verso il lungo periodo, e globalmente rivolti ad aree aziendali ampie, se non all’organizzazione nel suo complesso. Affinché possano essere realizzati e rappresentare una guida per la gestione corrente, essi devono essere riferiti alle singole unità organizzative dell’impresa e collocati entro un orizzonte temporale più ristretto. Gli obiettivi strategici vengono quindi specificati in piani operativi di carattere tipicamente descrittivo, che li quantificano in termini fisico-tecnici, economici o finanziari, costituendo la base per l’elaborazione del budget. Più in particolare, dallo sviluppo dei piani operativi discendono le attività volte a conseguire gli obiettivi e le risorse (umane, materiali, finanziarie ecc.) necessarie, nonché le modalità organizzative e i tempi necessari ad acquisire (se non sono già disponibili) e impiegare le risorse stesse. Queste decisioni sono formalizzate attraverso la redazione di piani relativi alle singole aree (per es., funzionali) nelle quali si articola l’azienda, che sono poi integrati in un unico piano aziendale, sottoposto all’approvazione dell’alta direzione dell’impresa.