pronomi di ripresa
I pronomi di ripresa sono ➔ pronomi che, segnalando la rete di relazioni tra elementi nominali e pronominali, provvedono alla coesione di un testo (➔ coesione, procedure di), ossia alla sua organizzazione e tenuta sintattica. All’interno di tale ambito di relazioni, dette relazioni di referenza, i pronomi di ripresa si riferiscono in modo ridondante a un elemento nominale:
(1) Paola l’ho salutata con un bacio sulla guancia
In (1) il pronome l’ (la), che si riferisce al nome Paola, lo riprende pleonasticamente, cioè non in una frase diversa ma nello stesso enunciato. Si tratta del fenomeno noto come dislocazione a sinistra (➔ dislocazioni). L’effetto congiunto dell’anticipazione del nome in una posizione non tipica (normalmente l’oggetto segue il verbo; ➔ ordine degli elementi; ➔ oggetto) e dell’aggiunta del pronome di ripresa crea un particolare effetto informativo, ossia consente di indicare che quel costituente è il tema (➔ tematica, struttura) isolandolo dagli altri elementi. Nella frase con ordine non marcato (ho salutato Paola con un bacio sulla guancia), il costituente oggetto (Paola) è infatti rematico (Benincà 1988).
La ripresa pronominale è uno dei fenomeni della sostituenza, per i quali un sintagma può essere richiamato da un elemento privo di significato, come un pro-nome o un pro-verbo, che lo sostituisce (➔ parole generali). Si tratta di una relazione orientata, perché si stabilisce tra la pro-forma e l’elemento sostituito (detto punto di attacco), in entrambe le possibili direzioni, cioè all’indietro o in avanti. Tali relazioni possono operare anche a notevole distanza dal punto di attacco. Se la pro-forma si trova dopo il suo punto di attacco si parla di relazioni anaforiche (2) (➔ anafora); se si trova prima si parla di relazioni cataforiche (3) (➔ catafora):
(2) [Mario] lo conosco troppo bene per non chiedergli questo
(3) Mario lo compra tutti i giorni [il giornale]
In italiano la ripresa pronominale ha luogo tipicamente mediante i pronomi personali complemento (➔ personali, pronomi) della serie atona, cioè i ➔ clitici mi, ti, lo, la, gli, le, si, ci, vi, li, le, loro, si; i clitici avverbiali (ci, vi, ne) o il ➔ partitivo ne.
Le relazioni di sostituenza rispondono a un principio di economia e di variatio (non ripetere la stessa parola a breve distanza); invece la ripresa pronominale è sintatticamente un pleonasmo, perché segnala una seconda volta un costituente già presente nella stessa frase. La sua ragion d’essere corrisponde infatti piuttosto a esigenze di natura informativa.
I fenomeni di ripresa sono tipici della ➔ lingua parlata, più frequentemente nel parlato colloquiale, e ricorrono spesso in costrutti caratterizzati da un ordine delle parole marcato, realizzati per particolari esigenze di rilievo informativo (cfr. Berretta 1985; 1993).
La ripresa ricorre, ad es., nelle dislocazioni a sinistra o a destra. Le dislocazioni a sinistra sono costrutti in cui un costituente nominale è focalizzato occupando la posizione preverbale tipicamente riservata al soggetto. L’elemento dislocato a sinistra è ripreso da un clitico:
(4) Mario lo incontro ogni domenica
(5) a Mario gli ho appena scritto io
(6) a Roma ci vado tutte le settimane
(7) con Mario ci parlo ogni giorno
(8) [che saremmo arrivati in ritardo] lo avevo già capito
(9) di canzoni italiane ne conosco poche
Gli esempi (10-12) sarebbero accettabili solo in un registro alto di lingua, dove i costituenti vengono anticipati in posizione preverbale senza ripresa pronominale:
(10) a Mario ho appena scritto io
(11) a Roma vado tutte le settimane
(12) con Mario parlo ogni giorno
Nel caso di anticipazione di un’intera frase, come in (13), o del partitivo (14), la ripresa è invece obbligatoria. Infatti senza di essa le frasi risultano inaccettabili:
(13) *[che saremmo arrivati in ritardo] avevo già capito
(14) *di canzoni italiane conosco poche
Nel caso di dislocazione dell’oggetto come in (15), l’assenza di ripresa indica che il costituente anticipato ha valore contrastivo (➔ focalizzazioni), come segnala anche la particolare intonazione:
(15) Mario incontro ogni mattina [non Paolo]
Nelle dislocazioni a sinistra, la ripresa anaforica mediante clitici determina il particolare valore del costituente anticipato, che viene segnalato come tema.
Anche nel caso di ripresa pronominale cataforica, che si osserva nella cosiddetta dislocazione a destra, il valore informativo dell’enunciato è modificato rispetto alla frase con ordine canonico e senza pronome di ripresa. Il clitico tematizza il costituente a cui si riferisce e ne riduce il valore di novità. Il sintagma a cui il pronome si riferisce rappresenta una sorta di unità aggiunta a integrare un contenuto che sintatticamente è già autonomo e interpretabile:
(16) lo incontro ogni domenica Mario
(17) gli ho appena scritto io a Mario
(18) ci vado tutte le settimane a Roma
(19) ci parlo ogni giorno con Mario
(20) lo avevo già capito [che saremmo arrivati in ritardo]
(21) ne conosco poche di canzoni italiane
La dislocazione e la relativa ripresa pronominale possono riguardare anche due costituenti in uno stesso enunciato, come si osserva negli esempi (22) e (23):
(22) a Mario le chiavi bisogna portargliele subito
(23) bisogna portargliele subito a Mario le chiavi
Il fenomeno della ripresa pronominale si osserva anche nelle relative (➔ relative, frasi), quando sono introdotte da un che subordinante generico (➔ che polivalente) e hanno per punto di attacco un complemento oggetto o un obliquo (24 e 25):
(24) il ragazzo che gli ho dato la mano è mio amico
(25) l’Amazzonia è un luogo che ci sono molti popoli ancora molto isolati
In questi casi il pronome di ripresa non è pleonastico ma opera sintatticamente indicando la funzione del costituente relativizzato all’interno della frase relativa.
Accanto all’uso neutro del clitico lo per riferirsi a un intero enunciato (come negli esempi visti sopra), esiste un uso neutro anche del clitico femminile la con funzione di oggetto indeterminato, in combinazione con altri pronomi (➔ pronominali, verbi): godersela (io me la godo), darsela a gambe (io me la do a gambe), farla grossa (io l’ho fatta grossa), sentirsela (me la sento), smetterla (smettila), saperla lunga (la so lunga), vedersela (me la vedo io), farla a qualcuno (non me la fai), cavarsela (me la sono cavata), pagarla a qualcuno (me la paghi cara), avercela con qualcuno (ce l’hai con me?).
La ripresa pronominale è un fenomeno radicato nella storia dell’italiano, come si ricava dagli esempi (26) e (27), che risalgono alle origini dell’italiano (➔ origini, lingua delle). Nel primo si ha una dislocazione a sinistra con ripresa pronominale giustificata anche dalla distanza del punto di attacco e dall’inserzione di un’altra frase; nel secondo una relativa con ripresa:
(26) Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte sancti Benedicti (Placito di Capua, marzo 960)
(27) si vantò che non avea niuno nobile uomo in Proenza, che no gli avesse fatto votare la sella (Novellino, XLII).
Benincà, P. (1988), L’ordine degli elementi della frase e le costruzioni marcate, in Grande grammatica italiana di consultazione, a cura di L. Renzi, Bologna, il Mulino, pp. 116-225.
Berretta, Monica (1985), I pronomi clitici nell’italiano parlato, in G. Holtus & E. Radtke (ed.). Gesprochenes Italienisch in Geschichte und Gegenwart, Tübingen, Narr., pp. 185-224.
Berretta, Monica (1993), Morfologia, in Introduzione all’italiano contemporaneo. Le strutture, a cura di A.A. Sobrero, Bari, Laterza, pp. 193-245.