relativi, pronomi
I pronomi relativi sono ➔ pronomi specializzati per introdurre le frasi relative (➔ relative, frasi) esplicite (1-3) e implicite (4). Svolgono contemporaneamente tre funzioni:
(a) segnalano il confine di frase marcando l’inizio della subordinata relativa;
(b) sono coreferenti con la testa (detta anche antecedente o punto di attacco della relativa; sia essa un nome come in 1, un pronome come in 2 e 4, un infinito nominale come in 3);
(c) svolgono nella frase relativa una varietà di funzioni sintattiche (di soggetto negli esempi 1-4):
(1) ho sempre amato le persone che sorridono spesso
(2) tu che sei medico, mi aiuterai?
(3) il camminare, che fa bene al corpo, rilassa anche la mente
(4) cerco qualcuno con cui parlare
Le frasi relative possono essere introdotte anche da avverbi e congiunzioni specializzati (dove e i più rari ove, donde e onde; ➔ relative, congiunzioni).
I pronomi relativi in italiano sono tre: che, cui, (il) quale (in alcuni approcci si preferisce considerare che una congiunzione e non un pronome: cfr. Cinque 1978, 1988; Salvi & Vanelli 2004; in questa voce conserviamo il punto di vista tradizionale).
Che e cui sono invariabili, mentre quale, che si presenta preceduto da articolo (il quale, la quale, i quali, le quali) si accorda in ➔ genere coll’antecedente mediante l’accordo del solo articolo (5) e in ➔ numero mediante l’accordo dell’articolo e della parte pronominale (6):
(5) Maria la quale …; Mario il quale …
(6) i ragazzi ai quali …; le ragazze alle quali …
Altri pronomi relativi, detti relativi doppi, sono chi, quanto e le forme pronominali in -unque (chiunque): la loro particolarità sta nel fatto che inglobano l’antecedente nella forma di un pronome dimostrativo o indefinito:
(7) chi [= colui che] non ha colpe / scagli la prima pietra
(8) a quanti [= a coloro i quali] mi chiedono spiegazioni / sono in grado di fornirle
(9) parlerò con chiunque [= con ogni persona che] voglia ascoltare.
La distribuzione dei pronomi relativi in italiano è regolata da più fattori: è in parte grammaticalmente motivata, ma dipende anche da restrizioni semantiche (il valore restrittivo o appositivo della frase relativa) e da scelte di stile e di registro.
Quando il relativo ha funzione di soggetto (10) o oggetto (11), è che oppure il quale. Il quale appare anche come oggetto (10), ma non in italiano moderno, ove questo uso è riservato ai registri formali e alle frasi relative appositive:
(10) Gli enti pubblici si contrappongono alle persone giuridiche create secondo norme di diritto privato, le quali […] possono tuttavia svolgere anch’esse funzioni amministrative
(11) Piaccia a Dio che le parole le quali ho pur dovuto usar con voi, servano a voi e a me (Alessandro Manzoni, I promessi sposi XXVI)
Va segnalato che in italiano antico (e fino all’Ottocento), che poteva svolgere anche la funzione di relativo obliquo, per lo più senza articolo:
(12) Chi fa altrimenti, o e’ precipita per li adulatori, o si muta spesso per la variazione de’ pareri: di che ne nasce la poca estimazione sua (Niccolò Machiavelli, Il Principe XXIII)
(13) quello di che tu sospetti è certo (Manzoni, I promessi sposi VII)
Quando il relativo è un complemento obliquo, il pronome è cui oppure il quale preceduti dalla preposizione adatta opportuna, eventualmente articolata. La seconda forma è più frequente nelle frasi relative appositive:
(14) per i veicoli per i quali si dispone del certificato di proprietà occorre presentare domanda entro aprile
(15) la chiesa di S. Giovanni, alla quale si accede dalla piazza omonima, è in stile barocco
(16) un’altra persona di cui ho perso completamente le tracce è Mario
Sebbene la scelta tra cui e il quale sia libera, in alcuni contesti è possibile usare solo il quale: dopo pronome indefinito in funzione obliqua (17) (in entrambi i casi il relativo ha valore ➔ partitivo) e infine dopo un verbo implicito (18):
(17) i candidati, a ciascuno dei quali / *di cui verrà consegnata una busta con un cartellino, dovranno indicare i propri dati anagrafici
(18) Mario, parlando del quale / *di cui mi commuovo ancora, è morto un anno fa
In due casi cui può anche ricorrere senza preposizione: in funzione di oggetto indiretto (questo è un uso piuttosto formale) (19), oppure inserito tra articolo (o preposizione articolata) e nome con valore di complemento di relazione (20):
(19) Il dirigente cui [= a cui] occorre rivolgersi riceve solo su appuntamento
(20) il ragazzo la cui madre è venuta a parlarti ieri è anche un mio alunno
Quando il relativo è complemento di specificazione come in (20) si può anche usare il quale, con un ordine invertito (21):
(21) il ragazzo, la madre del quale è venuta a parlarti ieri, è anche un mio alunno
In tab. 1 sono riassunte le diverse possibilità.
Nell’italiano standard che può anche ricorrere in complementi obliqui di tempo (22) e misura (23):
(22) maledetto il giorno che ti ho incontrato
(23) i mille euro che mi costa questo viaggio avrei voluto risparmiarmeli
Diverso il caso del ➔ che polivalente, usato per codificare qualunque complemento obliquo, che costituisce un tratto tipico dell’➔ italiano popolare e dei registri informali, e che rappresenta un errore comune nel parlato e nella scrittura di semicolti (➔ lingua parlata):
(24) la persona che parli → di cui parli;
(25) il paese che sono stato → in cui sono stato
(26) il ragazzo che gli ho dato → a cui ho dato
Infine il sintagma neutro il che (o anche la qual cosa) riprende un’intera frase a cui rimanda anaforicamente:
(27) Mario è tornato dall’ospedale, il che (o la qual cosa) mi ha fatto enormemente piacere.
Cinque, Guglielmo (1978), La sintassi dei pronomi relativi “cui” e “quale” nell’italiano moderno, «Rivista di grammatica generativa» 3, pp. 31-126.
Cinque, Guglielmo (1988), La frase relativa, in Grande grammatica italiana di consultazione, a cura di L. Renzi, G. Salvi & A. Cardinaletti, Bologna, il Mulino, 3 voll., vol. 1° (La frase. I sintagmi nominale e preposizionale), pp. 443-503.
Salvi, Giampaolo & Vanelli, Laura (2004), Nuova grammatica italiana, Bologna, il Mulino.