PROPAGO
Personificazione della propagazione, il cui concetto fu dai Romani trasferito sovente alle persone e agli stati.
Secondo Cicerone la propagatio nominis (Tusc., i, 29) assicura l'immortalità. Apuleio chiama Giove il propagator per eccellenza. Solo sotto Caracalla e Alessandro Severo compare sulle monete la propago imperii; entrambi gli imperatori tendono la mano alle loro consorti, come suggello della loro unione, manca Giunone, sostituita talvolta da Concordia, che sino allora stava sempre tra imperatore e imperatrice in casi analoghi. Al posto della denominazione Concordia, spesso resa più significativa dall'aggettivo felix, compare il semplice vocabolo propago, con l'aggiunta imperii, che sostituisce il complemento già consueto come populi Romani o rei publicae. Il concetto dinastico del governo personale, proprio ai Severi, aveva ormai sostituito quello della sovranità liberaleggiante e elettiva degli Antonini.