propensione
La p. media (o marginale) è il rapporto tra il livello (o la sua variazione) di una data variabile macroeconomica e il livello (o la variazione) del PIL. Per es., la p. media al consumo esprime il rapporto tra la spesa in beni di consumo (C) in un determinato periodo e il reddito (Y) nel medesimo periodo; in altre parole, la p. media al consumo indica la quota di reddito che le famiglie destinano al consumo,
(➔ anche avversione). ● La p. marginale al consumo (c) esprime il rapporto tra l’incremento del consumo (ΔC) e l’incremento del reddito (ΔY), in simboli
dunque essa indica la quota di reddito addizionale che l’individuo destina a ulteriore consumo. Si supponga che la relazione tra consumo e reddito sia esprimibile con la seguente funzione (di matrice keynesiana): C=+cY, dove è il cosiddetto consumo autonomo, ossia indipendente dal reddito corrente, ma dipendente (per es.) dal reddito di lungo periodo, che è costante nel modello statico =c0YL. In questo caso, la p. marginale al consumo è c e quella media è
Secondo J.M. Keynes, il comportamento di consumo segue una «legge psicologica fondamentale» tale per cui 0<1. Il reddito a disposizione delle famiglie (Y), una volta dedotte le imposte, è pari alla somma di consumi (C) e risparmio (S). Ne segue che la p. media al risparmio può essere definita come il complemento a 1 della p. media al consumo, ossia
essa indica la quota del reddito che le famiglie decidono di destinare al risparmio. Analogamente, la p. marginale al risparmio (s) viene definita come il complemento a 1 della p. marginale al consumo, ossia s=1−c. La p. marginale al risparmio è fondamentale nel calcolo del moltiplicatore keynesiano
(➔ moltiplicatore). Da tale relazione si evince l’importanza della legge psicologica fondamentale nel determinare il moltiplicatore keynesiano del reddito (che, grazie alla legge, è positivo e finito). ● Il termine p. viene utilizzato anche con riferimento al rischio e si contrappone all’avversione nei confronti del rischio. Sono propensi al rischio gli individui che preferiscono una distribuzione aleatoria della propria ricchezza o del proprio reddito ai relativi valori attesi; sono avversi al rischio gli individui per i quali l’utilità del valore atteso della ricchezza o del reddito è superiore all’utilità attesa della ricchezza o del reddito. La funzione di utilità di un individuo propenso al rischio è convessa, nel senso che diventa sempre più ripida all’aumentare della ricchezza o del reddito. Tanto più è convessa la funzione di utilità di un individuo tanto maggiore è la sua propensione al rischio. La funzione di utilità di un individuo avverso al rischio è concava nel senso che cresce meno che proporzionalmente all’aumentare del reddito o della ricchezza.