Vedi PROPLASMATA dell'anno: 1965 - 1973
PROPLASMATA (v. vol. vi, p. 492)
Il significato del termine p. quale "bozzetto", usato da Plinio (Nat. hist., xxxv, 155), che lo riprende da Varrone, si può riscontrare in un passo di Cicerone (Ad Att., 12, 41) "... Hirti epistulam quae mihi quasi proplasma videtur eius vituperationis quam Caesar scripsit de Catone, dove il termine è usato in senso traslato.
Nel Museo Nazionale di Chieti (antica Teate Marrucinorum) è conservata una terracotta che deve essere considerata un bozzetto di artista e alla quale si può giustificatamente attribuire il termine di proplasma. Si tratta di una placchetta a dorso piano, che presenta in bassorilievo una figura di divinità in trono. La placchetta, ora frammentata, misura in altezza 15 cm e giunge poco al disopra della testa della figura, e cm 10,5 in larghezza. In basso, sotto alla figura, è accennata una cornice e nello spazio sottostante incisa con la stecca nella creta fresca, vi è una iscrizione in caratteri greci corsivi: ΗΡΩΝ. Questa deve essere ritenuta firma dell'artista. Il fatto che non sia seguita dal verbo (ἐποίησεν o simili) sembra coerente col carattere provvisorio e preliminare dell'opera. Infatti la figura è interamente risultante dall'applicazione sul piano di fondo di piccole masse plastiche modellate sommariamente col dito e con una piccola spatola curva. Segni di una spatola dentata appaiono sul fondo. La figura è ad altorilievo ed è stata notata la stretta somiglianza iconografica con la figura di Laomedonte in trono nel fregio della Casa detta di Loreio Tiburtino a Pompei, che si è supposta derivata da un'opera di Artemon, pittore del III sec. a. C. (v. vol. i, p. 697). La placchetta fu trovata durante scavi per la sistemazione del tempio del Capitolium di Teate. La posa della figura di divinità, per quanto imberbe, ha fatto pensare a una figura di Zeus. Un accostamento alla divinità trace nominata ΗΡWΝ è da escludersi perché quella è sempre raffigurata come cavaliere. L'iscrizione ha suggerito, per le sue caratteristiche paleografiche, una datazione al II-I sec. a. C. Il tempio, nello scavo del quale il bozzetto fu rinvenuto, presenta almeno due rifacimenti oltre alla costruzione primitiva non ancora indagata: uno alla fine della repubblica (testimoniato da abbondante materiale fittile ornamentale) e l'altro al quale appartengono le strutture murarie in vista, databile circa alla seconda metà del sec. I d. C.
Bibl.: E. Galli, Il Museo Provinciale di Chieti nel Capitolium Teatino, in Le Arti, I, 1939, p. 396; D. Scenna, Archeologia teatina, Chieti 1937, p. 96; V. Cianfarani, Proplasma dell'Antiquario Teatino, in Boll. d'Arte, 1952, p. i ss.