proporzione
proporzióne [Der. del lat. proportio -onis, dalla locuz. pro portione "secondo la porzione"] [LSF] Generic., di enti le cui misure sono in una definita relazione tra loro. ◆ [ALG] Dati quattro numeri a, b, c e d si dice che sono, nell'ordine, in p. tra loro e si scrive a:b=c:d (si legge: "a sta a b come c sta a d") se il rapporto a/b è uguale al rapporto c/d; dei quattro termini della p. (primo, secondo, ecc. termine), il 1° e il 3° si chiamano antecedenti, il 2° e il 4° conseguenti (che di solito si considerano sempre non nulli), il 1° e il 4° estremi, il 2° e il 3° medi. Nella tab. sono elencate le relazioni in cui si traducono le proprietà fondamentali delle proporzioni. ◆ [ALG] P. continua: una p. nella quale i due medi coincidano, cioè a:b=b:c (i tre numeri a, b , c costituiscono allora una progressione geometrica). ◆ [ALG] P. geometrica: la p. per antonomasia, sopra definita, così detta in antico perché i Pitagorici distinguevano, accanto a essa (che è un'uguaglianza di rapporti), la p. aritmetica (un'uguaglianza tra differenze) e la p. armonica (relazione tra quattro numeri i cui reciproci formano una p. aritmetica), ora desuete. ◆ [ALG] P. tra grandezze: la p. tra i numeri che costituiscono le misure delle grandezze, che devono essere omogenee tra loro, almeno a coppie (la definizione rigorosa, qui omessa per semplicità, contempla il caso che uno o ambedue i rapporti siano numeri irrazionali, cioè che tali misure possano essere incommensurabili, ancorché omogenee). ◆ [CHF] Legge delle p. definite: lo stesso che legge di Proust: → Proust, Joseph-Louis. ◆ [CHF] Legge delle p. multiple: lo stesso che legge di Dalton:→ Dalton, John.