INTERROGATIVE DIRETTE, PROPOSIZIONI
Nell’analisi del periodo, le proposizioni interrogative dirette sono proposizioni indipendenti che servono a formulare una domanda, un quesito, un’interrogazione, un dubbio.
Si costruiscono sempre con il punto ➔interrogativo finale, che nel parlato equivale a un’intonazione ascendente della voce
Mi vuoi bene?
Inoltre, possono essere introdotte da aggettivi, pronomi o avverbi ➔interrogativi
Chi hai visto?
Quale film preferisci?
Perché non rispondi?
Cosa vuoi?
Quanto costa?
Le proposizioni interrogative dirette si distinguono in vari tipi a seconda degli elementi che sono oggetto della domanda.
• Totali (o connessionali), se la domanda riguarda tutta la frase
Vieni al cinema?
Ti va un panino?
A questo tipo di domande si può rispondere soltanto con gli avverbi sì o no.
• Parziali (o nucleari), se la domanda riguarda solo una parte della frase (di solito il soggetto, il complemento oggetto o un complemento indiretto, rappresentati dai relativi aggettivi, pronomi o avverbi interrogativi)
Chi c’è?
Cosa dice?
• Disgiuntive (o alternative), se la domanda presenta due possibilità
Siete di Udine o di Trieste?
A seconda del carattere della domanda, si distinguono invece interrogative reali e interrogative retoriche (a loro volta di diversi tipi).
• Nelle interrogative reali, la domanda riguarda qualcosa che davvero non si conosce
Dov’è andato Mario?
• Nelle interrogative retoriche (o fittizie), la domanda non riguarda qualcosa di realmente sconosciuto, ma serve soltanto a evidenziare un fatto, sollecitando una conferma o una negazione da parte dell’interlocutore.
Le interrogative retoriche possono essere usate in combinazione con elementi rafforzativi come è vero, non è vero, vero, nevvero, forse, forse che, forse che non, eh
L’hai fatta grossa. Ti senti in colpa, vero?
Possono essere di vari tipi:
– didascaliche, se la domanda è rivolta a sé stessi per vivacizzare il discorso (quasi sempre seguita dalla risposta)
E cos’è un chip? Un componente fondamentale del computer
– narrative, se la domanda serve a vivacizzare la narrazione dei fatti (anche qui segue la risposta)
E lui cosa fa? Si lancia sulla pista
– diffratte, se la domanda in realtà ha un’altra funzione, di solito di garbata richiesta
Mi daresti quel libro?
– fàtiche (o di cortesia) se la domanda serve non a sapere qualcosa, ma soltanto ad avviare un dialogo
Come va?
Le proposizioni interrogative dirette possono essere costruite con diversi modi verbali:
– di solito sono all’indicativo
Sei tu?
Che farò?
Quale strada aveva scelto?
– quando si vuole esprimere un dubbio, una perplessità, un’esitazione, è possibile usare anche il condizionale
Che cosa vorresti fare?
Dove potremmo andare?
– o il congiuntivo
Se fosse vero?
– o l’infinito
Che fare?
– il condizionale si usa anche quando la proposizione interrogativa è l’➔apodosi di un periodo ipotetico
Se tutto questo fosse vero, cosa succederebbe?
e nelle interrogative diffratte
Mi riempiresti il bicchiere?
– quando si vuole invitare l’interlocutore a rispondere, si può omettere il verbo
Allora?
E tuo fratello?
Una variabile significativa è rappresentata anche dalla posizione del soggetto rispetto al verbo.
• Se la frase è introdotta da un aggettivo, un pronome o un avverbio interrogativo, il soggetto deve sempre venire dopo il verbo
Che cos’ha tua sorella? (non Che cosa tua sorella ha?)
Quando arriverà Claudio? (non Quando Claudio arriverà?)
• Se si vuole dare particolare rilievo al soggetto, questo può essere posto all’inizio della frase. In questi casi è eccezionalmente ammesso l’uso della ➔virgola tra soggetto e verbo
Claudio quando arriverà? / Claudio, quando arriverà?
• In tutti gli altri casi il soggetto può essere posto dopo il verbo quando tra verbo e soggetto si trovino altri elementi della frase
Verrà con noi tua madre?
altrimenti questa collocazione assume un tono solenne, come nella cerimonia del matrimonio
Vuoi tu prendere come tua legittima sposa la qui presente?